I sindacalisti hanno incontrato l’assessore Antonio Marchiello
Non c’è pace per i lavoratori della ex multinazionale Jabil, assunti negli anni scorsi nelle aziende Softlab e Orefice in seguito a processi di reindustrializzazione «benedetti» da Regione e assessorati regionali ma mai decollati. Anche oggi, come successo tante volte, hanno scandito da scioperi, cortei e manifestazioni varie, i lavoratori casertani del gruppo Softlab e quelli licenziati dall’azienda sarda Orefice sono tornati in strada, con un presidio tenuto agli uffici della Regione presso il Centro Direzionale di Napoli.
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I sindacalisti presenti, in particolare i segretari casertani delle sigle dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, hanno incontrato l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Marchiello, che ha dato rassicurazioni su un suo intervento per risolvere l’impasse che riguarda i due gruppi di lavoratori, accomunati dall’essere tutti ex dipendenti della multinazionale Usa Jabil con sede a Marcianise (Caserta), fuoriusciti da quest’ultima, da anni in grave crisi produttiva, e riassunti appunto in Softlab e Orefice, con l’impegno delle due aziende di avviare e tenere la produzione nel Casertano o al massimo nella confinante provincia napoletana.
Le produzioni non sono mai partite; nel frattempo ai lavoratori sono state date continue garanzie, dallo stesso Marchiello o da funzionari ministeriali, che però non hanno portato a soluzioni concrete.
I 22 ex orefice
I 22 ex Orefice, secondo gli ultimi impegni presi in Regione, dovevano essere assunti dal gruppo Seri, che a Teverola sviluppa, attraverso lo stabilimento Fib, batterie ai litio; l’imprenditore nonché titolare del gruppo Vittorio Civitillo, che è anche sindaco di Piedimonte Matese, ne ha assunti però appena nove dall’8 gennaio scorso, per gli altri resta lo status di disoccupati.
Softlab Caserta
I quasi 200 di Softlab Caserta a fine dicembre hanno invece ricevuto l’ancora di salvataggio della cassa integrazione, prorogata fino a giugno prossimo, ma l’azienda non ha offerto loro alcuna prospettiva produttiva. «La Softlab dovrebbe presentare piano industriali – dice Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta – di cui però non si vede traccia».
Le spettanze economiche
Di mezzo ci sono anche le spettanze economiche che i Softlab avanzano da alcuni mesi: in particolare una trentina di lavoratori Softlab aspetta lo stipendio, per aver lavorato nei mesi scorsi a commesse di cui si occupano in prevalenza altre sedi aziendali del gruppo, non quella di Caserta; il resto degli addetti è invece sempre stata in cassa integrazione dal momento del passaggio da Jabil a Softlab, e attende da ottobre 2023 una parte delle somme per l’ammortizzatore sociale, che l’Inps ancora non liquida per problemi nella procedura.
«L’assessore Marchiello ci ha fornito ulteriori garanzie che si impegnerà presso l’imprenditore Civitillo per quanto concerne gli ex Orefice e presso il Ministero per i Softlab. Chiedo alla Regione – conclude – e alle altre istituzioni di far rispettare gli impegni presi. I lavoratori sono davvero provati per queste vertenze senza fine».