Piantedosi: «Tanti ragazzi esercitano cultura dell’arroganza girando con le armi»

di Antonella Di Martino

Il ministro: presto tavolo di confronto nazionale su vittime innocenti

«Tanti ragazzi esercitano ancora la cultura dell’arroganza, girando con le armi». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, parlando al seminario conclusivo sui ‘Diritti e bisogni delle vittime di reato’, promosso dalla Fondazione Polis. Piantedosi, che ha parlato nella biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, vittima innocente della camorra, nel quartiere Forcella, a Napoli, ha detto che «questo luogo è diventato luogo della mitezza». Il responsabile del Viminale ha poi ricordato che nel corso degli anni sono stati erogati 800 milioni di euro in favore dei familiari delle vittime di reato. Nel corso della mattinata si è anche parlato della necessità di superare la distinzione tra le vittime innocenti della camorra e di reati comuni.

«Accetto l’invito di Polis e di don Tonino Palmese: si farà un Tavolo al ministero per ricomporre quel disagio nei confronti delle vittime e per rivedere le norme» ha detto il ministro. Prima dell’incontro, il ministro ha incontrato la piccola Noemi, la bambina ferita cinque anni fa in un agguato di camorra a Napoli. «È stato emozionante incontrare i familiari delle vittime innocenti – ha detto Piantedosi – persone che fanno delle loro tragedie personali un motivo di lotta civile. Da luoghi come questi bisogna proporre modelli nuovi ai giovani, di vita mite, differenti».

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I sussidi ai familiari delle vittime innocenti

Sul tema della norma per il riconoscimento dei sussidi ai familiari delle vittime innocenti dei reati, secondo Piantedosi «il Ministero è l’interlocutore giusto. Ci sono questioni da correggere, degli errori, e quello di Polis è un invito che accolgo. Devi dire che negli anni sono stati elargiti sussidi per circa 800 milioni di euro, ma bisogna spenderli sempre meglio e nella direzione più giusta».

Tra i vari temi toccati, secondo il ministro è «ingiusta la distinzione tra la casistica e le categorie di vittime». Dunque, sul tema «il confronto è opportuno, farlo insieme alle associazioni è la prospettiva migliore. Lo Stato – conclude Piantedosi – spesso viene interrogato dai familiari, che giustamente chiedono se sia stato fatto tutto il possibile per evitare le tragedie. Deve fare di più, è vero, ma non deve essere assimilato ai carnefici».

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Per la sicurezza delle grandi città «come sanno anche i sindaci noi stiamo facendo già tantissimo cercando di riportare di polizia nei luoghi dove c’è più bisogno e lo stiamo facendo anche qui Napoli» ha spiegato parlando con i giornalisti a margine del seminari. Ma, a giudizio del responsabile del Viminale, non bisogna trascurare gli aspetti «di carattere culturale e sociale e dobbiamo fare sinergia con i livelli territoriali, con i sindaci».

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