Annunciati importanti investimenti ma del tutto inutili se non si risolverà la mancanza di personale medico-sanitario
Tiene banco nell’area torrese-boschese la questione sanità, con le proteste in atto da parte di cittadini, associazioni, comitati e movimenti per la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Boscotrecase, chiuso dal 2020, in occasione della riconversione del presidio di Via Lenze in Covid Center e da allora non ancora riaperto, nonostante alcune scadenze che erano state prefigurate per la ripartenza del servizio assistenziale.
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Sul tema è intervenuta, con un comunicato stampa, l’Associazione politico culturale La paranza delle idee, la quale ha chiesto chiarezza sugli impegni presi in passato e sui nuovi interventi annunciati dall’amministrazione regionale.
Le promesse del capogruppo del PD
Ecco il testo della nota diffusa dal sodalizio presieduto da Claudio Bergamasco: «L’ospedale di Boscotrecase diventerà, entro il 2025, un DEA di I° livello da 290 posti letto, così come da impegno preso pubblicamente (e, immaginiamo, sapendo che ciò avrebbe comportato un ovvio aumento del fabbisogno di personale) dal capogruppo del PD in Consiglio regionale in un nostro convegno»?
«La Casa della Comunità prevista a Torre Annunziata – chiede ancora La paranza delle idee – sarà fatta? Presso quale struttura e con quale dotazione organica»?
«Le proteste degli ultimi giorni per lo stato dell’assistenza sanitaria nell’area torrese-boschese non meritano di essere bollate come mera azione di strumentalizzazione di un tragico fatto di cronaca».
«È dallo scoppio dell’emergenza Covid – rimarca l’Associazione – che il territorio in questione sta sopportando degli enormi sacrifici in termini di copertura assistenziale, acuiti dal fatto che, oltre alla perdurante chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Boscotrecase, vi è la chiara incapacità dei nosocomi di Torre del Greco e di Castellammare di Stabia di rispondere adeguatamente alle esigenze della vasta utenza».
«Tenuto anche conto – si puntualizza nella nota – della storica carenza della medicina territoriale, della difficoltà di accesso alle cure in convenzione e degli affanni che spesso patisce lo stesso presidio ospedaliero di Nola, ne viene fuori un quadro della sanità, nell’intera ASL Napoli 3 Sud (oltre un milione di abitanti!) e nella costa del Vesuvio in particolare, che appare ben più complesso di quello regionale, già di suo assai grave».
Gi impegni assunti
«Se è vero che taluni problemi vengono da lontano e che coinvolgono responsabilità politiche diffuse a vari livelli, è anche vero – afferma il sodalizio – che il delicato momento impone che sia fatta chiarezza sugli impegni assunti e su ciò che realisticamente può essere attuato nel breve periodo per affrontare le criticità esistenti».
«Tanto più – è la conclusione – se da un lato si lamenta la mancanza di personale medico-sanitario e ci si dice costretti, per forza di cose, a sacrificare il plesso più moderno della zona (quello di Boscotrecase, appunto) e dall’altro lato si annunciano importanti interventi infrastrutturali, come la realizzazione del nuovo ospedale di Castellammare (opera da 180 milioni!) e la ristrutturazione del “Maresca” di Torre del Greco, che servirebbero comunque a poco, se si è a corto di operatori».