Un nuovo istituto di origine territoriale per convogliare investimenti nel Sud
Detto che una banca di origine territoriale – come potrebbe essere il Banco di Napoli per l’Italia del Mezzogiorno – rappresenta un notevole volano di sviluppo per il territorio in cui opera. Quello che in oltre 500 anni di storia il Banco di Napoli era riuscito a fare e, come abbiamo dovuto registrare, quando è venuto a mancare a risentirne in maniera negativa è stato lo stesso territorio che fino a qual momento ne aveva goduto i vantaggi.
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Lo «scippo» del Banco di Napoli
Con lo «scippo» del Banco di Napoli, in quello stesso momento è venuta meno la funzione di guida e di supporto per la già provata economia dell’area. Il che ha contribuito ad allargare il divario economico fra Napoli, il Mezzogiorno e le aree più che ricche dell’Europa.
È arrivata l’ora, quindi – una volta perduto il Banco di Napoli – di cominciare a pensare di dare vita a un nuovo istituto, capace di prenderne il posto che lavori unicamente per lo sviluppo del Sud, offrendo il proprio sostegno alla nascita e all’espansione di insediamenti produttivi nella propria area di origine, contribuendo con il proprio marchio Banco di Napoli all’affermazione di settori legati alla ricerca e all’innovazione, investendo al di sotto del Garigliano il risparmio che qui raccoglie, concedendo fiducia e finanziamenti a tassi agevolati, tanto alle imprese di piccola e media dimensione, quanto a quelle artigiane e alle famiglie.
Ne discenderebbe, ovviamente a vantaggio dell’Italia del tacco – se messo in sinergia operativa con l’utilizzazione di alcune misure di politica attiva del lavoro (sgravi contributivi ed assunzioni agevolate) e per l’autoimpiego (imprenditoria giovanile e prestiti d’onore) – una notevole moltiplicazione dei posti di lavoro resi disponibili in conseguenza dell’innescamento di una nuova fase di crescita e di investimenti.