Camorra, un carico di cocaina scomparso frenò le ambizioni di Raffaele Imperiale

di Chiara Langella

L’ex narcos racconta i retroscena della sua ‘attività imprenditoriale’

Finiscono nel gennaio 2021 con la clamorosa scomparsa di un carico di cocaina da 600 kg le ambizioni imprenditoriali in Australia del narcotrafficante Raffaele Imperiale. A rivelarlo giovedì è stato proprio lui rispondendo alle domande del sostituto procuratore Maurizio De Marco, nel Tribunale di Napoli. Collegato dal carcere dove è detenuto il narcos collaboratore di giustizia ha spiegato che smerciare cocaina in Australia è particolarmente redditizio.

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In sostanza a fronte di un investimento tra 7-8 milioni di euro era possibile far confluire complessivamente nelle casse dell’organizzazione anche 90 milioni di euro. Gli ingenti trasferimenti di droga – ha spiegato ancora il narcotrafficante che ha già consegnato alle autorità due preziosi quadri di Vincent Van Gogh e di recente anche un’isola a Dubai – vengono sempre eseguiti in condivisione con altri «colleghi» proprio per ammortizzare meglio le eventuali perdite se qualcosa dovesse andare male, come, appunto, è successo al carico inviato in Australia ad inizio 2021.

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Il carico in Australia

Imperiale con un certo savoir faire ha spiegato ai presenti che per chi ha un giro da circa una decina di tonnellate di cocaina all’anno, è fisiologico perderne un paio. E, infatti, il narcotrafficante campano ha perso in diverse occasioni ingenti carichi di coca, anche a Gioia Tauro dove complessivamente ne perse addirittura una tonnellata e mezza.

Ad organizzare la spedizione in Australia, sempre secondo il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, sarebbe stato l’imprenditore Giovanni Fontana, ex presidente del Villa Literno Calcio, che come compenso intascò, stando al broker, 500mila euro. Ma quella spedizione non giunse mai a destinazione: secondo il narcos, che non ritiene responsabile l’imprenditore dell’ammanco, la cocaina – ben 600 kg stipati in due container – sarebbe sparita a Napoli oppure a Gioia Tauro dove la nave utilizzata fece scalo alla volta di Sidney. Un terzo del carico era di proprietà di Imperiale mentre la restante parte (400 kg) era stata acquistata dagli australiani pagando in anticipo 14 milioni di euro.

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