Per i periti non sarebbe stato capace di intendere e di volere al momento del fatto
Comparirà il 13 febbraio prossimo davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 30enne Francesco Plumitallo, in carcere dal 14 novembre dopo aver ucciso, strangolandola, la madre 55enne Patrizia Lombardi Vella nell’abitazione familiare di Capodrise (Caserta).
Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari Alessandra Grammatica, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per il giovane avanzata dal pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere Giacomo Urbano. Plumitallo ha confessato il delitto, ma per i periti nominati dal gip e dai difensori del 30enne (gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo) non sarebbe stato capace di intendere e di volere al momento del fatto, ma comunque in grado di sostenere un processo.
Plumitallo, attualmente jn carcere e sorvegliato a vista, quando è avvenuto l’omicidio era infatti in cura al Centro di Salute Mentale dell’Asl di Caserta e la mattina del delitto pare non avesse preso le medicine che gli erano state prescritte.
Secondo la versione fornita dal 30enne, egli stava facendo colazione con la mamma, quando le si avvicinò, la prese come per abbracciarla e poi la strangolò da dietro e, quando ambedue caddero a terra, l’accarezzò; fu proprio Plumitallo a chiamare la polizia e suo zio sacerdote don Gianni Vella (vicario del Vescovo di Caserta Pietro Lagnese). Agli inquirenti disse di essere stato colto da un raptus che gli aveva fatto perdere il controllo.
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