Emirati hanno deciso che non è necessaria la custodia cautelare
Camicia bianca e occhiali da sole, seduto e sullo sfondo delle palme. Si è presentato così, con un video sui suoi profili social, Danilo Coppola dopo che le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di rimetterlo in libertà, perché, secondo loro, non ci sono esigenze cautelari per mantenerlo in stato d’arresto.
L’immobiliarista romano, 56 anni e che all’epoca delle scalate bancarie e dei cosiddetti «furbetti del quartierino» aveva patteggiato per il caso Antonveneta, era stato bloccato una settimana fa (la notizia era emersa il 6 dicembre) in un centro commerciale ad Abu Dhabi, dove era «in gita», dagli agenti del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e dell’Interpol sulla base di un mandato d’arresto internazionale emesso dal pm di Milano Adriana Blasco dell’Ufficio esecuzione guidato dall’aggiunto Eugenio Fusco.
Il provvedimento era scaturito dalla condanna definitiva a 7 anni del primo luglio 2022 per tre diversi episodi di bancarotta fraudolenta: i fallimenti del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima spa e di Porta Vittoria spa, quest’ultimo dichiarato il 15 settembre 2016. La pena definitiva era di 7 anni, poi ridotta a 6 anni, 2 mesi e 12 giorni considerando il periodo già trascorso tra carcere e domiciliari in fase cautelare. Sono stati aggiunti, poi, stando al mandato d’arresto eseguito, anche tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.
Coppola era stato portato in stato di fermo a Dubai, dove tra l’altro vive ormai da tempo, almeno dall’inizio della sua latitanza di quasi un anno e mezzo, mentre prima abitava in Svizzera, dove le autorità elvetiche avevano detto no ad un arresto richiesto per lui dalla magistratura milanese per altri fatti.
Il legale: Tutti sapevano che era là
Dopo poco più di quattro giorni dall’arresto, ossia sabato scorso, gli Emirati hanno deciso, però, di rilasciarlo, come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Gaetano De Perna. «E’ tornato libero – ha chiarito – è stato stabilito che non è necessaria per lui la custodia cautelare in attesa dell’eventuale procedimento di estradizione». E ha aggiunto: «Tutti sapevano che era là, andavano a trovarlo i figli e gli amici, non è scappato e non scapperà». Ora agli Emirati dovrà arrivare la richiesta di estradizione del ministero della Giustizia che porterà all’avvio di un procedimento sulla consegna o meno all’Italia, mentre Coppola per ora resterà libero.
Coppola apparso in un video
«Ringrazio tutte le persone che mi hanno dimostrato solidarietà anche in questa ultima follia che mi è successa – ha detto nel filmato online – debbo dire che la giustizia funziona, dove non funziona è in Italia, ma non per colpa dei magistrati ma di alcuni magistrati». Un video nel quale ha attaccato, come al solito, i pm che si sono occupati delle indagini che lo hanno visto coinvolto.
Il ministro Carlo Nordio, ha affermato Coppola anche in un’intervista al quotidiano ‘L’Identità’, «oltre a fare la riforma della giustizia, dovrebbe fare pulizia di tutti quei magistrati, sia inquirenti che giudicanti, che negli ultimi decenni hanno condotto operazioni ideologiche o politiche mettendo in cattiva luce tutta la magistratura». Intanto per lui sono in corso altri due processi a Milano: uno per nuove ipotesi di bancarotta e l’altro per tentata estorsione sul caso Prelios. «Continuano a perseguitarlo con processi fondati sul nulla», ha concluso il legale De Perna.
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