Stupri Caivano, un 19enne scarcerato e posto ai domiciliari. Famiglie vittime sconcertate

di Antonella Di Martino

I legali: si lancia un messaggio sbagliato

La scarcerazione del 19enne (posto ai domiciliari in Veneto dal Gip del tribunale di Napoli Nord, malgrado il parere contrario della procura) coinvolto negli stupri di Caivano ai danni delle due cuginette di 10 e 12 anni viene commentata con amarezza dai familiari della vittima più piccola, assistiti dall’avvocato Clara Niola. Attraverso il loro legale dicono di essere «rimasti a bocca aperta dopo aver appreso la notizia; ciò che ha fatto a nostra figlia è bruttissimo, e anche se dobbiamo aspettare il processo, la condotta contestata è talmente grave che non doveva essere scarcerato».

Tristezza e sconforto, fa sapere l’avvocato, sono nuovamente calati sui volti dei genitori della piccola vittima, anche perché il 19enne «non ha mostrato neppure un minimo di resipiscenza tanto da potersi dire ‘meritevole’ di un atto di fiducia come quello che ha sostituito il carcere con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, seppur in altra regione. Peraltro le condizioni di salute del 19enne sono compatibili con il regime carcerario».

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Proprio la gravità della condotta contestata, l’esigenza sociale di scongiurare il rischio di reiterazione del reato, hanno indotto l’avvocato Clara Niola a formulare alla Procura di Napoli Nord, non appena divenuta di dominio pubblico la notizia dei domiciliari al 19enne, una richiesta tesa a valutare l’impugnazione dell’ordinanza che li ha disposti.

«Alla luce dell’attività social-preventiva che si sta mettendo in atto con tutta una serie di interventi di natura legislativa, giudiziaria, amministrativa e sociale – continua l’avvocato Clara Niola – la scarcerazione del 19enne lascia passare un messaggio negativo, a livello nazionale, che non può e non deve transitare, altrimenti si corre il rischio di lasciare i nostri giovani nell’errata convinzione che neppure un fatto così grave, come quello contestato, possa trovare un minimo di giustizia».

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Giustizia a intermittenza?

«Non c’è giustizia, noi ci battiamo per tutelare la vittima da crimini atroci e uno dei responsabili delle violenze sessuali e diffusione video pedopornografici va ai domiciliari a Venezia». Non riesce a trattenere il suo disappunto nemmeno l’avvocato Angelo Pisani, legale di una mamma delle due cuginette di Caivano stuprate dal branco la scorsa estate. «Altro che decreto Caivano, altro che rispetto e tutela per le donne e le vittime», aggiunge Angelo Pisani per il quale con queste decisioni «si veicola un messaggio sbagliato, quello della giustizia a intermittenza». Intanto, continua, «lui è ai domiciliari mentre le bambine e i fratelli sono chiusi nelle case famiglia senza neanche poter veder e sentire genitori e familiari».

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