Caivano, il consigliere comunale picchiato per interventi edilizi ‘senza il permesso’ della camorra

di Redazione

Tra i destinatari della misura cautelare anche il boss Antonio Angelino

Tra i destinatari della misura cautelare eseguita dai carabinieri nell’ambito di un’indagine sugli intrecci tra mafia e politica a Caivano, firmata dal gip di Napoli Federica De belli, c’è anche il boss Antonio Angelino, detto Tibiuccio, che è già detenuto nella casa circondariale di Rovigo. Gli indagati in totale sono 23. Il capoclan, insieme all’ex assessore Carmine Peluso, per gli inquirenti, anche attraverso la sua organizzazione criminale della quale Peluso è considerato organico, ha condizionato le procedure di gara del Comune di Caivano per l’affidamento dell’esecuzione di lavori pubblici, imponendo il ‘pizzo’ agli imprenditori.

I suoi intermediari in questa in questo ramo delle attività illecite del suo gruppo criminale erano appunto Peluso, l’ex consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, destinatario pure della misura cautelare anche precedente, così come Armando Falco, altro esponente politico del locale, il tecnico Martino Pezzella; attraverso il dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune, Vincenzo zampilla, già arrestato a ottobre, i politici davano alla cosca informazioni sugli appalti e facevano in modo che fossero poi assegnati agli imprenditori segnalati dal clan.

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Gli interessi del gruppo furono tutelati anche quando Arcangelo Della Rocca, consigliere comunale e poi assessore all’Urbanistica e alle grandi opere eseguì interventi edilizi con il Superbonus e senza il loro ‘permesso’ e venne schiaffeggiato così forte che gli si ruppero gli occhiali da vista e si ferì al sopracciglio. Della Rocca venne anche ingiuriato con epiteti come ‘uomo di m…’, ‘stronzo’, e minacciato (‘ti devo picchiare’), ma non collaborò con il clan.

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