Napoli si risveglia con nuovi lavori tra via San Gennaro Serra e piazza Carolina

di Pasquale De Luca

Residenti e commercianti contestano l’ennesimo cantiere

Napoli, piazza del Plebiscito. Questa mattina i residenti dell’area antistante lo storico Largo di Palazzo sono stati svegliati dal lezzo maleodorante del catrame fuso colato lungo via Gennaro Serra fino piazza Carolina mentre la zona continua ad essere ingabbiata da grandi transenne installate per recintare la lunga e unica arteria stradale che collega direttamente piazza del Plebiscito con la parte alta del quartiere. I disagi per residenti e commercianti si fanno sempre più insostenibili.

Il motivo di tutto ciò, la rimozione del vecchio manto stradale in asfalto, che per ironia della sorte e stato nuovamente rifatto per due terzi mentre la parte alta prospicente piazza Santa Maria degli Angeli, totalmente tirata a lucido in previsione dell’apertura prevista per la prossima primavera, è stata ripavimentata con cubetti di porfido. Al di là delle considerazioni personali sulla genuinità della scelta di pavimentare l’antica via con l’asfalto anziché continuare con i classici cubetti di porfido, il pensiero cade sugli ennesimi disagi che i residenti saranno costretti a patire dopo i lunghi annosi interventi che interessano l’area da oltre vent’anni, in particolare quella di piazza Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone.

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Una breve cronistoria:

Un quarto di secolo fa, la piazza di Santa Maria degli Angeli era stata appena riqualificata, aiuole e alberi presero il posto delle auto parcheggiate abusivamente; ma poi ecco intervenire la Gru selvaggia e nel giro di pochi anni la piccola oasi verde in mezzo al cemento è stata smantellata per aprire il cantiere della futura stazione Chiaia della linea 6. Una scelta dalla discutibile utilità. Mentre scrivo il cantiere è aperto e i lavori in corso. Anzi mi correggo, sono fermi. I tanti cantieri in città hanno seminato ad oggi più disastri che opere di bene, basta pensare al crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia nel 2013.

Ma torniamo ai cantieri infiniti del Plebiscito; come prima cosa fecero abbattere gli otto pini secolari della piazza, quella di Santa Maria degli Angeli che era stata appena rifatta ed inaugurata con tanto di taglio del nastro dell’allora sindaca Rosa Russo Iervolino.

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Inizia poi la seconda fase di questa storiaccia: il cantiere sempi-terno. Un cono profondo oltre 40 metri, una galleria di negozi che arriverà fino ai binari, coperta da una gigantesca cupola di vetro. Una stazione «megagalattica», pensavo quando ero ragazzino e guardavo i primi rendering «futuristici».

Nel frattempo chiusure e aperture alternate di via Nicotera creavano problemi alla viabilità, rumori spaccatimpani e nubi di polvere soffocavano le persone. Dagli scavi sbucò pure una necropoli e tutto si fermò per l’arrivo della Sovrintendenza. I lavori furono bloccati per un annetto. Crepe e spaccature danneggiarono molti appartamenti nelle vicinanze. Fu considerata pericolante perfino la basilica di Santa Maria degli Angeli, la parrocchia dei nobili famosa per i suoi pregiati marmi e le incalcolabili opere d’arte. La ferita profonda nelle viscere mai rimarginata, anche se adesso è coperta da una specie di navicella spaziale.

I ripetuti annunci

Poi cominciò il carosello degli annunci di imminenti aperture: 2018, no 2019, 2020, dopodiché il lockdown. L’Inaugurazione all’aprile 2021? No, saltò anche quella data. Si parla forse del 2024; intanto tutto tace, tranne la terra che in queste aree continua a tremare; allora quale migliore decisione se non quella perversa di chiudere l’unica via di fuga? Restiamo basiti.

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