Napoli, la piazza di spaccio nel rione De Gasperi fruttava 15mila euro al mese

di redazione

Un collaboratore di giustizia ha rivelato i segreti della famiglia malavitosa

La piazza di spaccio nel rione De Gasperi, nel quartiere Ponticelli di Napoli, produceva guadagni per la camorra pari a 15mila euro al mese. A rivelarlo ai carabinieri e alla DDA di Napoli è il collaboratore di giustizia Tommaso Schisa, rampollo della famiglia Schisa-De Stefano, erede del clan delle «pazzignane» (dal nome del rione). Parlando con gli inquirenti Schisa descrive anche i ruoli ricoperti dalla sua famiglia all’interno del clan e le sue dichiarazioni fanno parte dell’ordinanza con la quale il gip di Napoli ha disposto nei giorni scorsi 31 arresti.

Nella piazza di spaccio viene venduta cocaina e crack e, inizialmente, a gestirla, è lui insieme con la madre, Luisa De Stefano e la zia Vincenza Maione. «Mia madre – dice Schisa – da sempre fa la droga e… la piazza di spaccio era nell’abitazione della mia famiglia…quando ci siamo messi con i Minichini e i De Luca Bossa si è trasferita nell’abitazione di mia zia De Stefano Antonella. La piazza di spaccio in oggetto ha un guadagno di circa 15mila euro al mese».

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Ma dopo gli arresti legati al duplice omicidio del boss dei «barbudos» Raffaele Cepparulo e del 19enne Ciro Colonna, vittima innocente della criminalità, la guida dell’organizzazione malavitosa passa nelle mani di sua zia, Antonella De Stefano e del marito, Michele Damiano.

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