Il vice ministro: Campania ha ancora vigente dal 1990 il PUT che vincola diverse zone della regione oramai antropizzate
«Il condono del 2003 non si poté applicare in Campania per colpa di Bassolino e del Pd. E proprio in risposta a tale scelleratezza, presentai alla Camera dei Deputati, a inizio luglio del 2013 – allora ero segretario dell’Ufficio di Presidenza – una proposta di legge di interpretazione autentica e di modifiche a due articoli in materia di sanatoria degli illeciti edilizi e di acquisizione degli immobili abusivi». Così in una nota il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli.
«Fra l’altro, a dispetto della normativa nazionale – ha aggiunto il vice ministro – la Campania ha ancora vigente dal 1990 il Piano Urbanistico Territoriale che vincola diverse zone della regione oramai antropizzate».
«Solo a Cava de’ Tirreni, per fare un esempio di città media in Campania, ci sono ancora 2500 pratiche di condono inevase. Nella maggior parte dei casi si è trattato di abusi di necessità, che si accompagnano anche a una gravissima emergenza abitativa, fra l’altro già molto diffusa in Campania, se si considera che i cittadini campani che risiedono in case di proprietà sono circa il 15% in meno rispetto alla media nazionale. È giusto, inoltre, intervenire anche sulla cosiddetta doppia conformità».
«È una vera e propria illogicità giuridica – ha concluso Cirielli – se si considera il fatto che, nel momento in cui le amministrazioni comunali e sovracomunali dovessero variare i loro piani urbanistici, i cittadini con immobili abusivi, per poter sanare l’immobile, ora in una situazione di conformità urbanistica, non potrebbero farlo a causa, appunto, della doppia conformità: anzi dovrebbero prima abbattere quanto realizzato non in conformità per poter richiedere poi il permesso e costruire daccapo».
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