Giulierini: servizi e accoglienza di standard internazionale
Al via cantiere nei sotterranei del museo archeologico nazionale di Napoli, ormai noto come Mann. In attesa del suo raddoppio, un progetto cui lavora il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e che vedrà una nuova sede espositiva all’Albergo dei Poveri destinata a centinaia di opere ora nei depositi, nasce -1, nuovo livello di fruizione. I lavori di recupero interessano i locali ai piani interrati del museo ora destinati a deposito. È il direttore Paolo Giulierini a illustrare i dettagli della riqualificazione generale in atto di questa area strategica, le collezioni in fase di riapertura e riallestimento già nel corso dell’autunno 2023, e a fare un punto sul restauro del mosaico di Alessandro.
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«Il Mann del futuro è già in moto – spiega – con l’apertura del grande cantiere dei sotterranei e un progetto che porterà alla creazione di nuove aree espositive, la sezione Mediterraneo, servizi e accoglienza di standard internazionale in collegamento con la città, il percorso è segnato. Non un è sogno né una promessa. Siamo, con questa ulteriore ‘rivoluzione’ che stavolta parte dal sottosuolo, all’approdo concreto dell’utilizzo di circa 50 milioni di euro di fondi pubblici. Abbiamo lavorato dai tetti ai depositi per un museo della città ‘mai cosi grande’ e mai chiuso per un solo giorno alla fruizione del pubblico».
Un lavoro premiato dal pubblico, visto che a metà settembre sono stati 420mila i biglietti staccati, rispetto ai 400mila totali dello scorso anno, con un incremento del 31,8%. Il Mann continuerà anche a essere propulsore e aggregatore del ‘Quartiere della cultura’, in dialogo fattivo con le istituzioni territoriali sui progetti già avanzati per Galleria Principe di Napoli e l’istituto Colosimo, mentre sono ben 52 i siti Extramann in rete e si apre l’interessante collaborazione con la Stazione marittima. La riqualificazione del livello – 1 è finanziata con 11.275.000 euro, risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014/2020.
Le esposizioni temporanee
Nell’area posta al di sotto dell’atrio, sarà realizzato un grande spazio destinato alle esposizioni temporanee, raggiungibile mediante un nuovo scalone in sostituzione di quello attuale tra il piano terra del museo e le sezioni Egizia ed Epigrafica e un ascensore, direttamente collegato con la sezione Mediterraneo Antico, intervento programmato per il 2024. I depositi della Cavaiole, che custodiscono i materiali lapidei, vedranno il rinnovo degli impianti di sicurezza e microclimatici per rendere fruibile in futuro l’area anche per i visitatori, con particolari modalità e contingentamento. Nuovi servizi igienici saranno realizzati nell’area sottostante il terrapieno di ingresso e a nord-est del museo.
Il giardino delle Cavaiole, tra il museo e piazza Cavour, sarà liberato dall’attuale cancellata di chiusura per assumere la funzione di piazza pubblica, ripristinando il rapporto diretto edificio-città, visibile in molte vedute storiche. I vani posti al piano terra su questo fronte, attualmente utilizzati come depositi e locali tecnici, saranno bonificati e destinati ad attività di valorizzazione della vita del quartiere. In via Santa Teresa degli Scalzi, la palazzina demaniale sarà oggetto di lavori di manutenzione straordinaria, per la realizzazione di una foresteria dotata di quattro alloggi. La conclusione dei lavori è prevista in circa tre anni.
Il mosaico della Battaglia di Isso
Intanto a ottobre arriva la macchina speciale per ribaltare il mosaico della Battaglia di Isso, tra Alessandro Magno e Dario di Persia (333 a.C.), capolavoro iconico del Mann e tra i più celebri dell’antichità, fatto da milioni di tessere colorate incasssate nella malta per una superficie di eccezionale estensione (5,82 x 3,13 m). Decorava l’esedra della casa del Fauno, e venne scoperta nel 1831, è datato tra fine II/ inizi I sec. a.C..
La macchina è costituita da un telaio spaziale di profilati metallici e tiranti di bilanciamento, cui sono ancorate due serie di quattro paranchi ciascuna e relative carrucole di rinvio. Celle di carico e sensori in fibra ottica consentono il monitoraggio continuo delle forze di tiro dei paranchi, in modo da garantire il bilanciamento a ogni angolo di rotazione e l’eventuale ricalibratura degli sforzi in funzione dello stato deformativo che viene rilevato istantaneamente. Il ribaltamento sarà manuale, per consentire la continua e costante regolazione delle forze di tiro.
Gli ambienti sottostanti la sala 61, che ospita il mosaico, saranno rafforzati mediante un sistema di puntellatura tale da sostenere il surplus di carichi, ovvero il peso del mosaico ribaltato sul pavimento e quello del sistema di movimentazione. La sala 48, quindi, sottostante la 61, è stata liberata dalle opere, allestite nel corridoio 45, in modo da essere comunque fruibili dal pubblico. Nel Salone della Meridiana è stata realizzata una riproduzione del mosaico.
Il tesoretto della legalità
Il 18 ottobre poi, prevista una giornata di studi sul lavoro compiuto su 279 fascicoli, relativi ad altrettanti casi giudiziari riguardanti il possesso illegale di opere d’arte ascrivibile a varie fattispecie di reato. Le opere recuperate, dagli anni Sessanta del secolo scorso fino al 2017, erano in custodia giudiziaria al Mann in attesa della conclusione dell’iter processuale. Si tratta, in totale, di oltre 10.000 reperti di diversa natura, riconducibili, in base alla tipologia, non soltanto al territorio campano, ma a tutta l’Italia meridionale. Questo ‘tesoretto della legalità’ sarà una collezione, che Giulierini ha proposto possa essere esposta in futuro al Mann 2 nell’Albergo dei Poveri.
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