Il ministro: il 3% delle case ristrutturate e pagate da tutti
110% addio. Il Superbonus come conosciuto finora, con quella percentuale in più che eccede addirittura il costo totale dei lavori di riqualificazione energetica, non sarà più prorogato dopo il 31 dicembre. Né per le villette né per i condomini, nonostante le richieste arrivate da più parti nelle ultime settimane.
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A tracciare la linea è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, tornato ancora una volta sul tema, nonostante i ‘mal di pancia’ denunciati a Cernobbio legati proprio alla maxiagevolazione fiscale. L’occasione è la risposta all’interrogazione posta alla Camera dal Movimento 5 Stelle, strenuo difensore della misura.
Giorgetti ne minimizza innanzitutto la spinta alla crescita, sottolineandone invece ancora una volta il peso sui conti pubblici. «Se da una parte la stima dell’impatto macroeconomico del Superbonus 110 è incerta, dall’altra parte, la quantificazione dei costi per le finanze pubbliche è certa e dovrà darsene conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def», avverte il ministro, citando un dato per tutti: «misure pagate da tutti gli italiani hanno interessato meno del 3 per cento del patrimonio immobiliare esistente». E in questa minima parte rientrano non solo prime, ma anche seconde case, «al mare, ai monti, di ricchi e di poveri, e anche 6 castelli».
Proprio per questo, «non è intenzione del governo procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute».
L’Ance: bicchiere mezzo pieno
Una chiusura dunque alla richiesta di proroga per i condomini arrivata al Senato in occasione delle audizioni sul dl asset dalla Cna e dall’Ance, che però, leggendo bene la risposta del ministro, non è così pessimista.
Nelle parole di Giorgetti l’associazione dei costruttori vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. Il governo esclude il 110% generalizzato ma «mi sembra che si stiano interrogando su quella che può essere una soluzione, magari in un’altra formula», spiega la presidente Brancaccio, ribadendo che la proposta di proroga non è per i condomini tout court ma solo per quelli con un certo stato di avanzamento dei lavori. Il rischio è di ritrovarsi con «scheletri» non finiti in mezzo alle città ma questo, insiste la presidente, è un governo «responsabile che non abbandonerà famiglie e imprese incolpevoli».
I crediti incagliati
Resta però ancora il problema dei crediti incagliati. Per decine di miliardi secondo i costruttori. Giorgetti assicura che il mercato è ripartito e che il governo è al lavoro per su ulteriori strumenti di verifica su quelli ancora in mano ai cittadini. Per l’Ance però di strumenti di verifica ce ne sono già parecchi e nonostante questo il mercato non è ripartito in percentuali quanto meno significative.
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