Il parroco: «È accaduto qualcosa di orribile, ma non ci arrendiamo»
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«Secondo me i topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni e anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo. Quindi è come se volessero rispondere che non hanno paura, leggo tutto ciò come una sfida allo Stato». Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, considera gli spari all’impazzata di domenica notte come una reazione dei clan alla pressione dello Stato e all’attenzione delle istituzioni, dopo la visita e gli impegni della premier Meloni. «È accaduto qualcosa di orribile, ma non ci arrendiamo. Ci sono qui tanti poliziotti e carabinieri, e ci siamo anche noi», dice.
Patriciello non ritiene che il raid, terzo in pochi giorni, evidenzi l’insufficienza della presenza dello Stato nel Parco Verde. «Qui il problema non si risolve in un giorno. Il presidente della Regione, De Luca, ha ricordato giustamente che per anni lo Stato ha dimenticato Caivano: è chiaro che così lunghe omissioni non si cancellano con un colpo di spugna». Il sacerdote invita a «mettere al bando le polemiche inutili e strumentali», a favore di un impegno unitario e bipartisan.
Respinte le polemiche
A proposito di polemiche, il parroco respinge anche quelle sulla ‘militarizzazione’ del territorio. «Che le forze dell’ordine da sole non bastino è evidente, qui ci vuole anche cultura, bellezza, sport, servizi sociali, e si sta cercando di farlo. Però ieri sera (domenica, ndr.) ci volevano le forze dell’ordine, per mettere al sicuro le persone, non i maestri elementari», sottolinea. Sui social, scrivendo a caldo dopo la sparatoria, è stato ancora più esplicito: «Voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi».
Poi però precisa: «Prima di invitare il presidente del Consiglio Meloni avevo incontrato i premier Renzi e Conte, i colori politici non mi interessano, chi si attacca a queste cose non rende un buon servizio al Parco Verde. Per me prete è più facile stare al di sopra delle parti, ma serve uno sforzo unitario da parte di tutti; altrimenti, pur senza volerlo, agendo e scrivendo in un certo modo possiamo renderci complici di qualcosa di doloroso. L’unico modo per tutelare i nostri bambini è lavorare tutti quanti insieme».
Quanto avvenuto «è una vergogna per Caivano, per la Campania, l’Italia e l’Europa. È inconcepibile che una parte della popolazione debba vivere come è successo ieri notte (domenica, ndr.) a questi miei parrocchiani. Abbiamo diritto a vivere nella normalità, lasciateci credere nella Costituzione». Il parroco è stanco, dopo una notte insonne. «Una notte da incubo. Gli uomini con il mitra sono scappati ma ritorneranno, nessuno sa dire quando ma ritorneranno. Intanto si vive nel terrore».
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