Un problema che sembra aggravarsi. Lo confermano i 5 operai travolti dal treno a Brandizzo

di Rino Nania

Mettere a fuoco un percorso di co/gestione del rischio

Nel mondo del lavoro gli incidenti tragici (incluso ovviamente l’evento di Brandizzo) sono purtroppo all’ordine del giorno. Nonostante le norme cogenti e nonostante lavoratori e imprenditori facciano di tutto per osservarle e applicarle. Eppure il rischio per le vite coinvolte permane.

Ed allora bisogna porsi il seguente quesito: cosa si può fare di più e di meglio per contenere il fattore umano che sbaglia o disattende i principi da osservare? Qui sta l’inghippo. Ovvero che sia i dipendenti che i datori di lavoro non riescono a coniugare efficacemente gli interessi comuni: all’occupazione ed al rendimento aziendale. Perché? Dirimere la questione non è facile e non lo è stata mai.

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L’unico barlume per illuminare o mettere a fuoco un percorso onesto che deve essere quello della co/gestione ovvero che lavoratori ed imprenditori, sul vincolo di solidarietà, poggino una collaborazione fattiva che dia sicurezza sui luoghi di lavoro, garanzie per l’occupazione lavorativa, efficacia ed efficienza per l’attività imprenditoriale.

Come? Socializzando gli utili del profitto tra lavoratori ed imprenditori e mettendo tra i responsabili del sistema della sicurezza aziendale anche i lavorato/dipendenti. Quindi al di là delle osservate formalità sui luoghi di lavoro è essenziale che tutte le parti in causa siano effettivamente solidali e corresponsabili. O rifarsi all’ipotesi in versione tedesca, già applicata, denominata “mitbestimmung”. Il dolo, di contro, sta nel mettere gli uni contro gli altri.

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