La deputata: social moltiplicatori di violenza, bisogna regolarli
«La folle violenza che dilaga in città è anche il risultato di anni e anni di propaganda cinematografica sui disvalori della camorra e della prepotenza criminale assurti a modelli di comportamento per giovani sbandati e senza coscienza critica».
A dirlo è la deputata forzista Annarita Patriarca, componente dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati e membro della commissione Giustizia della Camera, commentando il barbaro assassinio di Giovanbattista Cutolo, avvenuto nella centralissima piazza Municipio a Napoli.
«Non si tratta di censurare film o opere d’ingegno – ha aggiunto – ma di responsabilizzare l’industria culturale italiana sull’impatto che film, fiction, romanzi e semplici rappresentazioni social hanno su chi non ha gli strumenti culturali per distinguere il vero dal falso».
«TikTok e più in generale le piattaforme social sono diventati luoghi in cui si parla apertamente di violenze sessuali, di omicidi, di regolamenti di conti – ha proseguito l’esponente di Forza Italia – nell’assoluta indifferenza degli enti regolatori e della collettività. Messaggi devastanti che vengono amplificati dal passaparola diventando, come un’onda che si allarga sempre più, un terremoto di cui quotidianamente vediamo i nefasti effetti».
«La politica ha il dovere di intervenire e di obbligare le major che gestiscono i social a impedire la proliferazione di contenuti violenti – ha concluso – così come l’industria culturale dovrebbe avere, a tutti i livelli, la sensibilità, pur nella totale autonomia di pensiero e di elaborazione artistica, di rendersi conto che l’idealizzazione della camorra e della violenza sono colpi mortali inferti ai tentativi della Napoli sana di offrire una diversa immagine di sé».