Poggioreale, personale sott’organico e sovraffollamento: un mix che rischia di esplodere

di Pasquale De Luca

La denuncia del segretario regionale del Consipe Luigi Castaldo per smuovere le istituzioni ad intervenire

«Le carenze di personale di Polizia Penitenziaria e personale sanitario stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema penitenziario in molte carceri campane, come accade in quello più affollato d’Europa, il ‘G. Salvia’ di Poggioreale». Così denuncia in una nota il Segretario Regionale del Consipe Campania Luigi Castaldo.

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Con l’incalzare della stagione estiva, passati i primi momenti del piacevole interregno tra la primavera che passa e la bella stagione che inizia ecco emergere i sintomi disformici delle estati perverse di quest’ultimo decennio. Le Istituzioni pongono particole attenzione sugli anziani, i malati ed i bambini considerate le fasce sociali più a rischio.

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Meritevoli di una considerazione purtroppo negata è la così detta cittadinanza carceraria; un’enormità di individui, circa 57mila, che scontano le proprie pene nelle carceri della Penisola spesso in condizioni di grande criticità a causa di carenze nelle infrastrutture ed il sovraffollamento che, in Italia, stando all’ultimo censimento del 30 aprile 2023 è pari al 119 per cento, ovvero quasi 10mila internati oltre la soglia ammissibile.

I numeri partenopei

Ad esprimersi sulla questione il segretario regionale campano del Consipe Luigi Castaldo che in una nota denuncia le carenze di personale della Polizia Penitenziaria e del personale sanitario all’interno delle carceri italiane ed in particolare in quelle campane. Il segretario ha voluto soffermarsi sul caso della casa circondariale “Giuseppe Salvia” di Napoli nel quartiere Poggioreale. Una struttura vetusta che conta quasi 2100 detenuti su una capienza di circa 1500 posti.

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Secondo Castaldo la carenza di agenti della polizia penitenziaria che conta poco più di 700 individui su una pianta organica di oltre 900 e il risicato numero di medici ed infermieri interni sono insufficienti per gestire il sovraffollamento della struttura, in un periodo tra l’altro critico come la stagione estiva.

La casa circondariale di Napoli Poggioreale infatti conta poco più di 500 stanze detentive disponibili di cui solo la metà dispone di doccia interna ed appena 12 adibite ai disabili. Più complessa la questione del Centro diagnostico interno, realizzato nel padiglione San Paolo e gestita dall’ASL di Napoli 1 che conta appena 60 posti letto ed è invece destinato a servire gran parte delle strutture detentive della regione.

Dichiara sempre Castaldo che una situazione del genere rischia di far saltare gli equilibri interni generando un mix esplosivo. «Non è possibile – denuncia Castaldo – che un solo infermiere debba assistere fino a mille detenuti nella speranza che non si verifichino due o più criticità contemporaneamente. Non solo. La stessa qualità professionale del malcapitato infermiere, seppur di ottimo livello, viene giocoforza messa in discussione». Il segretario regionale del Consipe conclude invitando i vertici della sanità Campana ad avviare un monitoraggio sulla questione che, se sottovalutata, sarebbe rischiosa per tutti.

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