Giuseppe Turco ammazzato con otto coltellate: lunedì udienza di convalidà del fermo del 20enne

di redazione

In programma nel carcere di Santa Maria

Si terrà lunedì prossimo l’udienza di convalida per il fermo del 20enne di origine marocchina, in carcere da oltre 24 ore per l’omicidio del 17enne Giuseppe Turco, ucciso con otto coltellate giovedì sera a Casal di Principe (Caserta) all’esterno di un bar di Piazza Villa.

L’udienza a carico del’indagato, difeso da Mirella Baldascino, si terrà al carcere di Santa Maria Capua Vetere davanti al giudice per le indagini preliminari Ilaria Giuliano. Il 20enne ha confermato nell’interrogatorio tenuto giovedì, dopo il fatto, davanti ai carabinieri e al pm di Napoli Nord Francesco Cirillo, di aver colpito Turco a causa di una ragazza contesa, che in passato aveva avuto una relazione con Giuseppe e ora sembra stesse frequentando il 20enne.

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La sera del delitto, secondo quanto accertato dai carabinieri sulla base di diverse testimonianze, la ragazza sarebbe arrivata con un’amica a piazza Villa, luogo della movida: quando l’ha vista il 20enne ha sospettato che la ragazza si sentisse ancora con Giuseppe. Dalle persone sentite, è emerso poi che l’incontro al bar tra Turco e il giovane marocchino sarebbe stato casuale, non dunque frutto di un appuntamento fissato in precedenza; i due avrebbero iniziato a litigare proprio con l’arrivo della ragazza, e in pochi attimi la lite sarebbe degenerata, con il 20enne che ha estratto il coltello colpendo otto volte Giuseppe, che si è accasciato vicino ad una panchina ed è stato poi soccorso dagli amici e condotto alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove è deceduto.

Dal canto suo il ventenne marocchino è fuggito ed è poi stato rintracciato a casa dai carabinieri, che hanno trovato i vestiti insanguinati ma non il coltello usato per il delitto. Il ventenne, che fa l’idraulico e vive con la madre, ha a suo carico un unico precedente per porto d’arma da sparo in un luogo pubblico, perché qualche anno fa fu sorpreso dai carabinieri con un fucile ad aria; Giuseppe era invece incensurato

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