In Appello 2 assoluzioni e 8 conferme della sentenza di primo grado
Si è chiuso in tribunale a Torino con due assoluzioni per non aver commesso il fatto e 8 conferme della sentenza di primo grado il processo d’appello per i fatti accaduti il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo a Torino quando durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid un’ondata di panico collettivo provocò la morte di due donne, Erika Pioletti, deceduta alcuni giorni dopo i fatti, e Marisa Amato, rimasta tetraplegica per le lesioni riportate e morta 19 mesi dopo, e il ferimento di oltre 1.600 persone.
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Dieci gli imputati tra cui l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, e l’ex questore Angelo Sanna. Per tutti le accuse erano omicidio colposo, disastro colposo e lesioni plurime colpose. Lo scorso gennaio, per decisione della Corte d’Assise d’Appello di Torino i due processi, quello con rito abbreviato che vedeva tra gli imputati l’ex sindaca Chiara Appendino e l’ex questore Angelo Sanna, e quello con rito ordinario che aveva come protagonisti funzionari e dirigenti di Comune, Questura e Prefettura, erano stati unificati per motivi di «economia processuale».
Il processo di primo grado
Il 28 gennaio 2021 nel processo di primo grado celebrato con rito abbreviato i cinque imputati, l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, il suo ex capo di Gabinetto, Paolo Giordana, l’allora questore Angelo Sanna, l’ex presidente di Turismo Torino (agenzia che aveva preso in carico l’evento), Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, professionista che si occupò della progettazione, erano stati condannati a un anno e sei mesi. Allora l’accusa per Appendino e Sanna aveva chiesto un anno e 8 mesi, due anni per Giordana, un anno e sette mesi per Montagnese e 3 anni e sei mesi per Bertoletti. In appello l’accusa aveva chiesto di confermare la condanna per Appendino e per Giordana e invitato la corte a riformulare condanne più miti per Montagnese e Sanna.
L’architetto Bertoletti dopo la sentenza di primo grado aveva, invece, scelto di non ricorre in appello. La Corte oggi ha assolto Sanna e confermato le condanne per Appendino, Giordana e Montagnese. Il 3 marzo 2022 si era chiuso, invece, con tre condanne e sei assoluzioni il processo celebrato con rito ordinario. In quell’occasione la corte aveva inflitto due anni a Michele Mollo dirigente della Questura, un anno e quattro mesi ad Alberto Bonzano all’epoca dei fatti dirigente della Questura e un anno e due mesi a Marco Sgarbi dirigente della Polizia municipale.
Tra gli assolti il vice prefetto Roberto Dosio, due dirigenti del Comune e i componenti della commissione provinciale di vigilanza. L’accusa aveva chiesto 9 condanne con pene comprese tra un anno e 4 mesi e due anni e tre mesi. In appello l’accusa ha chiesto per Dosio e Franco Negroni, componente della commissione provinciale di vigilanza, entrambi assolti in primo grado, un anno e 10 mesi. Riforma della sentenza di assoluzione anche per il dirigente comunale Paolo Lubbia, conferma della condanna per Sgarbi e assoluzione per Bonzano e Mollo. Oggi la Corte ha assolto Mollo, confermato le assoluzioni per Dosio, Negroni e Lubbia e le condanne per Bonzano e Sgarbi.
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