La riflessione | Sogni & utopie LGBTQ+ per riempire la quotidianità

di Rino Nania

Evitare che l’ideologia divenga  momento manipolatorio della coscienza collettiva, rischiando che ne scaturiscano obbligazioni senza responsabilità

Nella vita di ciascuno c’è bisogno di riempire la quotidianità di qualcosa che possa consentirgli di distrarsi, di una passione per rendere leggeri gli impegni che si ripetono giorno dopo giorno, di interpretare i sacrifici in maniera tale da consentire agli esiti di coincidere con i desideri. Fin quando questi aneliti sono tangibilmente esaudibili e rientrano nella sfera personale di ciascuno, amen: ben vengano i desideri, sì da riscontrare che le eventuali insoddisfazioni possano fornire le naturali frustrazioni.

Tuttavia se sono, invece, le comunità umane a sentire le necessità di aggiornate suggestioni allora bisognerà vedere se questi nuovi bisogni siano o meno ragionevoli e perseguibili. Da qui possono emergere e risultare nuovi teoremi e nuove utopie. Ovvero che le occasioni di questo tipo possano essere in grado di costruire pensieri capaci di ispirare e sorreggere cammini collettivi, o ancora di dare compiutamente un significato alle relazioni, allo stare insieme, alle ragioni per rendere le prossimità ed i sentimenti vincoli plausibili.

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Su questi schemi non è sufficiente la fantasia creativa di quei maestri di pensiero che provano a costruire ideologie. Ma ci vuole, ispirandosi alla natura da interpretare senza forzature, un’idea di umanità che non viva di festosi ed a volte bislacchi gay pride, ma sia occasione per elevare l’umanità come momento da declinare in qualcosa di bello, di un’affermata libertà da declinarsi anche attraverso una condivisa responsabilità.

Per cui se l’ideologia LGBTQ+, novello uovo di giornata, deve o può condurre all’utero in affitto, allora il desiderio rischia di diventare occasione deflagrante, la nuova ideologia rischia di divenire momento manipolatorio della coscienza collettiva, da cui scaturiscono obbligazioni senza responsabilità. Sicché il limite, come regola filosofica e giuridica, in questi casi diventa necessario da porsi su questi temi, onde evitare confusioni, sogni senza costrutto, derive fragili di itinerari sbagliati.

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