Nell’inchiesta sono indagate 8 persone tra cui D’Alema e Profumo
E’ stato acquisito per lo più materiale informatico durante le perquisizioni eseguite ieri dalla Digos di Napoli a Roma, negli uffici e nelle abitazioni di Alessandro Profumo (nella veste di ex amministratore delegato di Leonardo), dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, di Giuseppe Giordo, ex direttore del settore Navi di Fincantieri e di Gherardo Gardo, nella veste di contabile di D’Alema.
I quattro destinatari dei decreti emessi dalla sezione reati economici dell’ufficio inquirente partenopeo sono indagati insieme ad altre quattro persone nell’ambito di una indagine su una compravendita «sospetta» da 4 miliardi di euro (poi sfumata) di navi, sommergili e aerei italiani alla Colombia.
Sarà direttamente la Digos, ora, a passare al setaccio i dati sequestrati per individuare l’eventuale presenza di fatti penalmente rilevanti. Secondo quanto si apprende, la prima perquisizione a concludersi è stata quella che ha riguardato l’ex presidente del Consiglio. Tutte, comunque, sono state connotate da un’ampia disponibilità da parte degli indagati.
Le indagini della Procura di Napoli sulla compravendita – che, è l’ipotesi degli inquirenti, avrebbe potuto fruttare una maxi mazzetta da 80 milioni di euro – sono scattate nel marzo 2022, dopo il deposito di una denuncia negli uffici della Digos di Napoli (diretta dal primo dirigente Antonio Bocelli) nella quale si faceva pieno riferimento all’utilizzo da parte di Amato e Caruso, durante la presunta trattativa con la Colombia per la compravendita da 4 miliardi di euro per navi e aerei militari dall’Italia, dei loghi falsificati dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM) che ha proprio sede a Napoli. A presentare la denuncia furono Gennaro Migliore e l’ambasciatore Sergio Piazzi nel ruolo rispettivamente di presidente e segretario generale dell’APM.