Intervista al Colonnello Attilio Cortone, Direttore del Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate

di Redazione

Il sito culturale si sviluppa nel cuore dell’Altare della Patria. Da diversi mesi è stato riaperto al Pubblico, grazie alla sinergia tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Cultura

Colonnello Cortone, qui, nel cuore dell’Altare della Patria, si dice che il Sacrario rappresenti il centro pulsante del Vittoriano. Come mai?

“Si è vero, il Sacrario per la sua posizione interna è centrale nel complesso del Vittoriano. Poi soprattutto perché è custode della Memoria Nazionale, dei Simboli dello Stato e delle Forze Armate.

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Qui sono custodite le Bandiere di Guerra dei Reparti dell’Esercito Italiano, dell’Aeronautica Militare, dell’Arma dei Carabinieri disciolti; gli stendardi da Combattimento delle Unità Navali radiate dal quadro del naviglio dello Stato, nonché le Bandiere degli Istituti militari e delle unità appartenenti ai Corpi armati dello Stato disciolti.

All’interno del Sacrario è inoltre ubicato il Sacello del Milite Ignoto, in cui furono tumulate, nel corso di una solenne cerimonia tenutasi il 4 novembre del 1921, le spoglie non identificate di un soldato caduto nel corso del primo conflitto mondiale. Inoltre tutti i vessilli abbracciano idealmente il Milite Ignoto, il più elevato dei simboli del sacrifico del nostro popolo per l’Unità d’Italia.

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Qui, inoltre, sono custoditi alcuni dei cimeli più significativi dei due conflitti mondiali.
Tutto questo ritengo che racchiuda il profondo legame che unisce, in un intimo ed indissolubile vincolo, le Forze Armate, la Patria ed il suo popolo”.

All’interno del Sacrario sono custodite tante bandiere italiane, o meglio il tricolore adottato dalla Repubblica che ha una lunga storia. Ce la può accennare?

“Il tricolore ha una storia che risale alla fine del XVIII secolo, quando fu istituito a Reggio Emilia dal Parlamento della Repubblica cispadana il 7 gennaio 1797. Poi, nel marzo del 1848, nello Statuto Albertino fu inserita l’adozione del Tricolore con l’aggiunta dello stemma sabaudo. I tre colori sventolarono il 17 Marzo 1861 alla proclamazione del Regno d’Italia, ma solo nel 1871, quando Roma divenne ufficialmente la capitale del regno, la bandiera fu issata per la prima volta sulla torretta del Palazzo del Quirinale. Dal 2 Giugno 1946 il Tricolore è la bandiera della Repubblica Italiana, definitivo simbolo degli Italiani, della Libertà, dell’Unità e della Identità Nazionale”.

Teca con Bandiere

Cosa hanno di speciale le bandiere che sono custodite qui? Alcune si differenziano leggermente tra loro per alcuni dettagli. Che significati hanno?

“Il Tricolore è il più importante simbolo del nostro Paese. Su questa Bandiera i militari giurano alla Repubblica l’impegno di essere fedeli alla Patria fino all’estremo sacrificio. La Bandiera è sacra, non deve cadere in terra, ne nelle mani del nemico. Alcune di esse raccontano storie straordinarie, una di queste è la Bandiera di Oliosi.

Per quanto riguarda i componenti della Bandiera, è costituita da diverse parti, che possiamo raggruppare in 4 principali: la freccia, il drappo, la fascia e l’asta.
La freccia, comunemente chiamata anche “puntale freccia”, è costituita da tre parti: la cuspide riportante le simbologie figurative dello Stato; il nodo, una sfera che separa la cuspide dal codolo con sopra incisa l’arma di appartenenza; il codolo, formato da quattro faccette con sopra incisa la vita del Reparto, dal nome dell’Ente a cui è concesso, per procedere cronologicamente con i fatti d’arme e le ricompense al valore di cui la Bandiera è fregiata.

Vi sono inoltre tre tipologie di cuspidi Italiane:
• Mod. 1860 inglobante lo stemma sabaudo coronato, completato dal Collare e pendente dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata su un lato e lo stemma sabaudo con insegna da Grand’Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia, sull’altro verso;
• Mod. 1938 inglobante un’aquila abbassata, con il volto rivolto verso destra e scudo coronato con croce Savoia sul petto armata, poggiante su cartello con motto “FERT”*;
• Mod. 1947, sostituisce in toto le simbologie figurative sopra citate con il monogramma della Repubblica Italiana RI, abbinato alla stella e al gladio”.

* FERT sta per “Fortitudo Eius Rhodum Tenuit” (dal latino “la sua forza preservò Rodi”). Questa versione, riportata dal letterato cinquecentesco Francesco Sansovino e da alcune cronache manoscritte, si riferirebbe a un episodio leggendario secondo cui un Amedeo di Savoia si recò a Rodi per liberarla dall’assedio dei turchi, riuscendo nell’impresa.

Teca con Bandiera

Alcune bandiere raccontano storie straordinarie, tra le quali quella di Oliosi, da lei richiamata in precedenza. Quale è la sua storia?

“Come detto in precedenza la Bandiera è sacra e va difesa sino all’estremo sacrificio e non deve cadere nella mani del nemico. La Bandiere di Oliosi è il primo esempio del taglio del tricolore Italiano per salvarlo da mano nemica. Il periodo storico è la Terza Guerra D’Indipendenza.

Il 24 giugno 1866, durante la battaglia di Custoza, nei pressi di Oliosi, i Militari del 1° Battaglione appartenente al 44° Reggimento della Brigata “Forlì”, si rinchiusero a difesa nella cascina Castellano d’Oliosi circondati dagli austriaci.
Sotto il comando del Capitano Baroncelli, sostennero per diverso tempo gli assalti degli austriaci.

Ma, avendo poi compreso l’impossibilità di ricevere soccorsi e di tenere ulteriormente la posizione a causa dell’incendio appiccato alla cascina da parte delle truppe austriache ed essendo a corto di munizioni, i nostri militari decisero di arrendersi.

Prima di consegnarsi al nemico, i militari italiani, per non concedergli il loro stendardo militare, stracciarono in tredici pezzi il drappo della bandiera tricolore; divisero i pezzi tra i presenti e ognuno di loro nascose un brandello di stoffa sotto la propria giubba, mentre la freccia della bandiera venne sepolta sotto la cenere del focolare.

Al termine della guerra, sono stati recuperati undici delle tredici porzioni del drappo ed è stato possibile ricostruire così la bandiera, che passò alla storia con il nome di “Tricolore di Oliosi”.

Ancora oggi ogni anno ad Oliosi di Castelnuovo del Garda (Verona), la terza domenica di giugno si celebra la “Festa della Bandiera”, in cui si ricorda l’eroico episodio risorgimentale legato al tricolore.

Nella storia, e anche nell’attualità, si potrebbero citare innumerevoli casi di eroi morti per la bandiera. Questo di Oliosi va ricordato come un episodio glorioso della storia del tricolore e della nostra Italia”.

Tricolore di Oliosi

Per concludere, da uomo delle forze armate, cosa si sente di dire ai cittadini?

“Il Sacrario delle Bandiere ha riaperto dopo alcuni mesi di chiusura durante i quali è stata condotta un importante attività di messa in sicurezza del sito, attraverso una significativa sinergia tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Cultura.

I lavori realizzati rappresentano una prima fase di un più ampio progetto di restauro che si pone come garanzia per il futuro del patrimonio di cultura, arte e bellezza che rendono questo monumento, nella sua interezza, quale unico al mondo.

Inoltre, ci saranno diverse iniziative e mostre nei prossimi mesi. I cittadini italiani ed i cittadini di tutto il mondo possono venire a trovarci, come sta già avvenendo. Infatti, dallo scorso 23 marzo, giorno della riapertura, abbiamo avuto oltre 80.000 visitatori.

Una visita al Sacrario delle Bandiere, unita al saluto al Milite Ignoto, rappresentano un’esperienza umana straordinaria. Lungo il percorso espositivo, inoltre, si rivivono le emozioni della storia delle Forze Armate e dell’Italia”.

Sacello Milite Ignoto

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