Ci sarà un rinvio di tutte le scadenze fiscali, contributive, giudiziarie e dei mutui
Stato di calamità naturale per la Romagna alluvionata, rinvio di tutte le scadenze fiscali, contributive, giudiziarie e dei mutui per le popolazioni colpite, 20 milioni di euro per i primi interventi di soccorso. Sono le misure che adotterà il Consiglio dei ministri di martedì prossimo, 24 maggio.
Ma tutto il governo è impegnato direttamente sul fronte dell’alluvione. Il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sarà a Bologna e in prefettura affronterà il tema della ricostruzione e delle necessità infrastrutturali. L’Ice (l’ufficio commercio con l’estero) ha invece stanziato un fondo di 3 milioni per aiutare le imprese su impulso dell’altro vicepremier, il ministro degli esteri Antonio Tajani.
La Regione Emilia Romagna fa una prima stima dei danni per 5 o 6 miliardi, ha riferito il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Subito dopo il Cdm di martedì, la premier Meloni e i ministri coinvolti nell’emergenza incontreranno il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e le parti sociali del territorio. «Stiamo lavorando con il governo per definire una serie di provvedimenti di urgenza – ha detto Bonaccini – che possano venire incontro alle esigenze delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese. Ancora una volta, l’Emilia Romagna è pronta rimboccarsi le maniche».
La dichiarazione di stato di calamità rimodulerà l’ordinanza della Protezione civile sullo stato di emergenza, estendendo il perimetro dell’area colpita, che comprende anche alcune zone di Marche e Toscana. Verranno sospesi o prorogati i termini dei pagamenti fiscali e contributivi, dei mutui e degli adempimenti giudiziari.
Il governo aveva già stanziato 10 milioni per i danni del maltempo in Romagna del 4 maggio scorso. Martedì stanzierà altri 20 milioni, ha annunciato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. Il governo valuta di chiedere alla Ue gli aiuti del Fondo di solidarietà, ha spiegato il titolare dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.
Fitto esclude l’uso dei fondi del Pnrr
Il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, ha escluso il ricorso ai fondi del Pnrr, che stanzia 2,49 miliardi per il dissesto idrogeologico. Quei soldi, ha spiegato Fitto, «sono per progetti specifici. Il Pnrr non è lo strumento adatto per far fronte a un’emergenza. Il governo interverrà con propri fondi».
Pichetto contro la troppa burocrazia
Sugli interventi, Pichetto e il suo collega all’Interno Matteo Piantedosi hanno sollevato la questione dei ritardi burocratici. Il ministro dell’Ambiente, in una intervista al Corsera, ha attaccato «la burocrazia». «Troppi pareri richiesti», ha detto. Spesso «sono solo moltiplicazioni di medesime valutazioni. Si perde tempo prezioso con monitoraggi e costituzioni di commissioni e valutazioni. Occorre snellire». E ad un convegno a Sorrento del Forum Ambrosetti, Pichetto ha rincarato la dose: «A ogni scalino c’è una qualche opposizione che ha tutte le legittimità, ma che dev’essere risolta in tempi ragionevoli, e non in anni».
Per il ministro Piantedosi «a prescindere dall’alluvione, c’è già uno sforzo generale per arrivare a formule di semplificazione», ma «senza passi indietro sul presidio di legalità». In questa direzione «il governo ha approvato anche il testo di legge sulla riforma del Codice degli appalti». L’eurodeputata del Pd Pina Picierno ha ricordato che i 2,49 miliardi del Pnrr per il dissesto «vedono uno stato di avanzamento pari al 16% circa». E Pichetto a Sorrento le ha fatto eco: «Su oltre 100 miliardi di fondi strutturali del periodo 2014-2020, siamo riusciti a spendere meno della metà».
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