Torre Annunziata, si indaga sull’omicidio Malvone: guerra tra clan o epurazione interna

di Redazione

Il 29enne era nipote del boss Francesco Gallo

Era stato scarcerato da circa un anno Raffaele Malvone, il pregiudicato di 29 anni ucciso in un agguato avvenuto ieri nei pressi di un minimarket di via Plinio a Torre Annunziata (Napoli). L’uomo, ritenuto affiliato al clan camorristico Gallo-Cavalieri, era rimasto coinvolto nell’operazione «Mano nera», che portò prima all’arresto e poi alla condanna in Cassazione di una cinquantina di soggetti ritenuti vicini alle due principali organizzazioni criminali che operano nel territorio oplontino, accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di droga. In particolare Malvone fu condannato in Cassazione, nell’aprile del 2018, a otto anni di reclusione.

Quello contro di lui appare un agguato mirato, di chiaro stampo criminale: chi è entrato in azione non ha badato alla vicinanza di un esercizio commerciale, all’ora del raid armato ancora aperto, né alla presenza di altri esercizi attivi anche di domenica e soprattutto di diversi avventori. L’uomo è stato immediatamente soccorso e trasferito all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove però è arrivato già privo di vita.

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La polizia – sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata – ha effettuato i rilievi del caso, chiudendo la strada, alla ricerca di elementi utili per risalire agli autori del raid. Potrebbero essere state sequestrate anche le immagini di videosorveglianza dei sistemi privati presenti in zona.

Le ipotesi per il movente dell’omicidio di Raffaele Malvone

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche quello di una possibile risposta ad un altro agguato avvenuto nella tarda serata di lunedì scorso nella zona posta a ridosso del cimitero, nel quale era rimasto gravemente ferito Luigi Guarro, 44 anni, diversi precedenti alle spalle e considerato vicino al clan Gionta. L’uomo era stato raggiunto da più colpi di arma da fuoco, uno dei quali aveva attraversato la nuca, scampando però miracolosamente alla morte. È evidente che chi era entrato in azione in via Torretta di Siena, a inizio settimana, l’aveva fatto per uccidere. La risposta potrebbe essere arrivata in questa prima domenica di primavera.

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Un’altra ipotesi potrebbe essere quella dell’epurazione interna. I killer avrebbero voluto dare un segnale ben preciso e l’omicidio del 29enne, era da questo punto di vista ideale. Malvone era un elemento di spicco dei Gallo-Cavaliere, non solo per i reati commessi, ma anche per la parentela con Francesco Gallo detto Pisiello, il boss che mise a disposizione della fiction Gomorra la sua lussuosa villa. Non ci sono tracce decisive sul movente dell’agguato, ma le forze dell’ordine non escludono ancora nessuna pista.

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