Faccia a faccia con il presidente francese Macron
Le migrazioni al centro e progressi celeri. Questo ha chiesto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo al vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Unione europea. E la sua attenzione per la questione viena accolta al Palazzo Europa. «Lo capiamo e sosteniamo il suo impegno sul dossier», ha spiegato un funzionario Ue. D’altronde a rimarcare la necessità di un maggiore impegno, in maniera globale, è stato il monito del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha avvertito il leader della «tempesta perfetta» con la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche che sta portando una «regressione sugli obiettivi sostenibili: c’è più povertà, c’è più fame e c’è meno istruzione».
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Meloni nel suo intervento ha quindi rimarcato la necessità di un intervento globale che tenga conto degli «shock geopolitici» e dei loro effetti sul vicinato meridionale. Quello che succede in Ucraina ha conseguenze sul Mali e sulla Tunisia. E proprio sulla recente crisi tunisina la premier ha invitato gli omologhi a intervenire, sbloccando i fondi anche con la cooperazione del Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. A complicare ulteriormente il quadro «la crescente presenza russa nel Sahel» che viene vista come elemento che favorisce la crisi migratoria.
Il numero di ingressi dai Paesi terzi
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha riconosciuto la necessità di «incrementare il numero di ingressi di lavoratori dai Paesi terzi» e ha citato «a questo riguardo l’esperienza estremamente positiva dell’Italia con i corridoi umanitari».
Nei fatti, sul tavolo dei leader viene esaminato il lavoro fatto finora dalla Commissione europea, il piano d’azione in trenta punti anticipato da von der Leyen nella lettera ai Ventisette. «Nelle conclusioni verrà chiarita la richiesta di procedere speditamente con l’attuazione di questo piano e di relazionare al prossimo vertice, quello di giugno, sui progressi fatti», spiegano fonti diplomatiche.
Meloni: «Il tema dell’immigrazione oggi è considerato centrale»
E per Meloni sono «conclusioni soddisfacenti». «Possiamo confermare il fatto che il tema dell’immigrazione oggi è considerato centrale, una cosa se vogliamo impensabile sino a qualche mese fa, e che viene seguito passo a passo dal Consiglio. E questa è una ottima notizia», ha commentato Meloni.
«Mi aspetto passi in avanti», ha aggiunto. Così come sono attesi passi in avanti sugli altri dossier che caratterizzeranno i prossimi mesi del dibattito a Bruxelles: dalla riforma del Patto di stabilità all’impegno per il Green deal. Questioni che verranno trattate anche al bilaterale in programma in serta tra Meloni e il presidente francese, Emmanuel Macron. «Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti quindi occorre una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Ci sono dei passi in avanti ma su questo dobbiamo ancora lavorare molto», ha spiegato Meloni.
«Su queste materie ci sono sempre delle visioni abbastanza differenti», ha ammesso con riferimento alle posizioni dei cosiddetti ‘frugali’. «Penso che l’Unione europea debba imparare dai suoi errori, dal passato, dalla realtà che stiamo affrontando. Oggi a noi sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica e digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche, altra scelta per la quale si modificano un’assenza di attenzione che c’è stata in passato. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non vengano tenuti in considerazione nella governance», ha evidenziato la premier.
Lo stop alle auto a benzina o diesel
Ed è parte della battaglia per il Green deal lo stop alle auto a benzina o diesel dal 2035. La Germania sembra ottenere una deroga per gli e-fuels, i combustibili sintetici. Ma per l’Italia sarebbe «una situazione svantaggiosa» e continua a premere per i bio-carburanti. La premier ne ha voluto parlare anche con von der Leyen.
«Ci sono delle tecnologie sulle quali l’Italia, e dunque anche l’Europa, sono potenzialmente un’avanguardia. E rispetto alle ipotesi di questo tipo decidere di legarsi a tecnologie che invece sono di fatto detenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione secondo me è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema. Ma mi pare una tesi assolutamente di buonsenso quindi confidiamo che possa passare, anche per quello che riguarda i biocarburanti», ha spiegato al suo arrivo al vertice.
La questione Ucraina
Il Consiglio ha approvato il via libera al piano per un milione di munizioni da fornire entro un anno. Ai giornalisti che hanno chiesto alla premier se la preoccupassero le condizioni poste nei giorni scorsi dalla Lega, ha risposto: «Francamente non mi preoccupano. Valuto i fatti e sulla base di questi la nostra linea è sempre stata chiara».
L’incontro con Macron
Al termine della prima giornata del consiglio Ue, per la quale Giorgia Meloni si dice soddisfatta, arriva il faccia a faccia, in un noto albergo nel centro di Bruxelles, tra la premier italiana e il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ufficiale dopo i due colloqui informali di Roma e Sharm el Sheikh e soprattutto necessario per sciogliere tensioni e incomprensioni. La prima novità sul posizionamento che potrebbe avere l’Italia sui principali dossier Ue.
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