L’ex Pac: stavo meglio in carcere più duro
In una lettera dal carcere di Parma datata 17 marzo, Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), sostiene che le sue condizioni fossero migliori prima che declassificassero il suo regime da ‘alta’ a ‘media’ sicurezza.
«Era mia ferma intenzione dopo la declassifcazione sottopormi a un ragionevole periodo di osservazione nel carcere di Parma – scrive nella missiva letta dall’AGI -. Devo constatare che questa amministrazione penitenziaria, o almeno alcuni suoi membri, ha altre intenzioni al riguardo. Si direbbe che abbiano fatto di tutto per farmi rimpiangere o farmi pagare la declassificazione». Battisti lamenta una serie di divieti nel carcere, tra cui «il quarto di vino e birra a pasto al contrario dell’Alta Sorveglianza, l’accesso alla biblioteca, indegna di questo nome, il medico nei giorni previsti, l’area verde per i colloqui coi figli minori, la sala hobby, l’acqua calda nel lavandino».
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