Cutro e il gioco delle regole… su cui qualcuno maliziosamente specula

di Rino Nania

Quello che avviene quotidianamente nel dibattito grazie ai media che manipolano verità e cercano pretesti

Il terribile naufragio di Cutro ha generato l’ennesima occasione per discutere su immigrati e destino, su morte e regole, su politica e solidarietà. I morti, tra cui molti bambini del tutto innocenti, evocano il bene vita alla maniera di Shakespeare: «Il pensiero della morte è come uno specchio, in cui la vita è apparenza, breve come un sospiro. Fidarsene è un errore».

La poetica nell’intendimento del drammaturgo, in questa circostanza, riserva una moltitudine di interpretazioni che più che sanare le ferite, le espongono alla decomposizione. Il male, nel contesto in cui avviene la tragedia, è fornito dall’assenza della buona fede e dall’idea che si possa maliziosamente speculare su tutto. È quello che avviene nel dibattito pubblico grazie ai media che manipolano verità e cercano pretesti. In questo caso l’umana condizione non provvista di difese appropriate deve elaborare nuovi percorsi, che devono re-interpretare logiche capaci di trovare soluzioni pragmatiche.

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Dopo che la Meloni ha iniziato a battere sul tema degli immigrati è riuscita ad intrattenere con tutta l’Europa ai suoi massimi livelli e con gli organi preposti una negoziazione tesa a dare plausibili risposte alle pressanti criticità. Così la premier italiana ha dato prova di saper trovare gli argomenti persuasivi su due fronti, altrettanto importanti.

Il primo fronte riguarda l’Italia che essendo tra i fondatori dell’Unione Europea con Francia e Germania, ha ripreso (era ora!) a ridiscutere sul sistema di regole da rispettare in quest’ambito, e, nel contempo sul secondo fronte, sta mettendo a punto un dialogo politico decisivo tra popolari e conservatori europei per introdurre anche in Europa un sistema bipolare.

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Soluzioni… dall’Europa

Tutto questo per ottenere attenzione ma anche e soprattutto soluzioni. Infatti se non ci si apre ad un coinvolgimento di tutti gli stati europei il rischio permanente è che su questi temi epocali si possa rimanere travolti da insensibilità, indifferenza istituzionale ed isolamento. Ora il confronto è avviato.

L’Europa di fronte a queste sfide storiche o «è politica» o non le rimane altro che rimanere soggiogata da dinamiche monetarie che, nell’attuale contesto, sono ispirate dalla Lagarde, sì da accantonare la presenza decisiva dei popoli e dei loro bisogni, sia sul fronte del mercato del lavoro, che su quello di un’equa redistribuzione delle ricchezze.

Cutro ci consegna una tragedia, che non è più episodica, ma è e/o diviene banco di prova per un’Unione Europea che rischia di dissolversi al cospetto di una crisi permanente. La Meloni sulla vicenda si sta dimostrando lucida al punto da aver persuaso tutti, media e rappresentanza politica, che il tema «immigrati» assume una valenza strategica anche e soprattutto nel ri-modulare il gioco delle regole, che impone concretezza e visione.

Concreto è, infatti, la necessità di darsi una politica di solidarietà in cui tutti gli stati europei debbano contribuire in una visione che deve portare aiuti al nord-Africa affinché si possa eliminare la transumanza di schiavi, preda di traffici terribili e disumani. E questo deve accadere nell’ottica di un mondo che si va facendo effettivamente multipolare ed in cui l’Europa non deve soggiacere né agli USA né alle Pfizer di turno.

Anche su questo tema la destra pragmatica si sta dimostrando all’altezza, nel momento in cui tende a regolarizzare da subito i flussi migratori, rispondendo all’esigenza ed alle carenze del mercato del lavoro. Per cui fuori dalle suggestioni emozionali il governo italiano spinge tutta l’Europa a superare gli egoismi nazionali e continuare ad impegnarsi nella ricostruzione dell’UE affinché tutti comprendano le ragioni e gli interessi degli italiani e di un’Unione davvero europea.

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