Notificato l’avviso di conclusione indagini
Avrebbe perorato tre fronti che stavano a cuore al suo amico di vecchia data, l’armatore del gruppo Moby-Cin Vincenzo Onorato, per «consentire» alla compagnia di navigazione «di conseguire un indebito vantaggio patrimoniale a prescindere da una valutazione dell’interesse pubblico». E lo avrebbe fatto attraverso «parlamentari eletti per il Movimento 5 stelle nominati ministri dei governi in carica all’epoca», tra il 2018 e il 2019, ossia Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Stefano Patuanelli. E in cambio avrebbe incassato 240mila euro con contratti per «contributi redazionali per il marchio Moby» sul suo blog, ma anche «l’organizzazione» di comizi elettorali.
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Per questo, in sostanza, Beppe Grillo ora rischia di finire a processo a Milano per traffico di influenze illecite assieme ad Onorato, patron di un gruppo che in quel periodo versava in crisi finanziaria. L’ex procuratore aggiunto Maurizio Romanelli (ora procuratore facente funzioni a Lodi) e il pm Cristiana Roveda hanno notificato l’avviso di conclusione di un’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, nella quale sono state acquisite una serie di chat che dimostrerebbero quella presunta «mediazione illecita» portata avanti dal comico in favore dell’amico.
Le chat tra Grillo e Onorato
Il 12 giugno 2019, Grillo scrive ad Onorato: «Ho convinto Toninelli di occuparsi della questione a Bruxelles». E gli inoltra la risposta ricevuta dall’allora ministro delle Infrastrutture: «Eccoci Beppe… ciò che mi chiedi è avviato e fermo in Commissione europea. Unico mio dubbio è di natura politica. Onorato è amico e finanziatore di Renzi e gestisce Tirrenia che sappiamo come abbia mal operato. Siamo sicuri di volerci muovere per lui per tirarci addosso Msc e Grimaldi?». E subito dopo «rassicura» Onorato scrivendo: «Toninelli scrive, io ho risposto di andare avanti a Bruxelles».
Il fondatore del M5s, riassumono i pm, si stava dando da fare «per promuovere l’autorizzazione necessaria per dare efficacia agli sgravi fiscali previsti» per le navi «di trasporto per tratte di media o breve distanza sulle coste italiane od europee che avessero assunto esclusivamente personale italiano o comunitario». Tra il 30 luglio e il 9 agosto 2019, poi, avrebbe chiesto sempre a Toninelli e anche a Di Maio, all’epoca ministro dello Sviluppo economico, un «intervento per ottenere l’immediato pagamento del corrispettivo dovuto dal ministero dei Trasporti» alla Cin, gruppo Moby, «per un importo pari a 62 milioni di euro».
Onorato scrive a Grillo: «ti devo spiegare di persona: il ministero da gennaio non ci paga più la sovvenzione (…) lo sono senza soldi (…) mi stanno strozzando». E avrebbe ottenuto da lui la «risposta immediata»: «Vincenzo ho attivato Luigi e Toninelli vediamo cosa dicono». E quest’ultimo avrebbe scritto a Grillo: «prima di Ferragosto la mia direzione paga». Il 31 luglio Grillo conferma all’armatore che «comunque paganooooooo», così scrive, e a quel punto il 6 agosto Onorato in chat: «Caro Comandante grazie di cuore senza di te saremmo nella mer… Tony è una brava persona la struttura e i dirigenti gli remano contro».
I comizi elettorali
E poi un messaggio con la «promessa» dei comizi elettorali: «Ora sarà battaglia per i voti del sud. Ti porto in piazza Torre del Greco, Portici, Ercolano, la Calabria, tutti i marittimi quando vuoi». Infine, l’ultimo capitolo, quello dei procedimenti fallimentari che erano in corso su Moby e Cin. Tra settembre e novembre 2019, Grillo si sarebbe speso con un «contatto mediato» con «il dott. Marcello Minenna, al tempo funzionario presso Consob» e con «la richiesta a Stefano Patuanelli, all’epoca ministro dello Sviluppo economico, di un suo intervento per sbloccare la vendita di due navi della flotta di Moby spa, a dire di Onorato impedita da Banca Unicredit capofila del pool di banche erogatrici del finanziamento».
Il 24 ottobre, Onorato scrive a Grillo: «Comandante Unicredit mi sta impedendo la vendita di due navi, si può fare qualcosa?» E Grillo: «Contatto Patuanelli». E il 31 ottobre gira al patron di Moby un sms di Patuanelli che recita: «Sto approfondendo la questione Onorato ti chiamo domani pomeriggio se posso». I pm hanno anche approfondito le posizioni di altri che si sarebbero mossi sempre per Onorato attraverso contatti politici, ma per queste cinque, sei persone è stata già chiesta l’archiviazione. Richiesta che riguarda, a quanto risulta, anche Davide Casaleggio.
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