La sinistra e il suo Nemico Assoluto: il Fascismo che non c’è

di Nuccio Carrara*

Bisognerà ancora aspettare per vedere un corretto confronto politico ed una sinistra democraticamente matura

La politica a volte riserva delle sorprese che scuotono la monotonia quotidiana.

Ad esempio, il fatto più sconvolgente (si fa per dire) degli ultimi tempi sembra essere stato l’elezione della Schlein alla segreteria del Pd. La prima volta di una donna al vertice del principale partito della sinistra ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro, soprattutto tra i fautori della “svolta”, che ha consentito di contrapporre una donna alla Meloni Presidente del Consiglio che, sul versante di genere, ha bruciato le tappe da parecchio tempo.

La sinistra pensa così di riprendere fiato dopo le ultime sonore sconfitte elettorali e si lascia andare a dosi massicce di retorica stantia sul valore aggiunto di una donna che asserisce con forza: «C’è una bella differenza tra le leadership femminili e femministe. Sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna», rispondendo così alla famosa uscita della Meloni: «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana». Due mondi a confronto: quello femminista e progressista e quello femminile e tradizionalista.

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L’uomo comune fuori dal tempo?

Se nel secondo caso ci si confronta con una visione organica e complementare dei sessi, nel primo sembra di voler porre l’uomo comune fuori dal tempo e quasi in posizione di subalternità per riconoscere alla donna la fatidica marcia in più. Questo ci rimanda ad una pubblicazione di parecchi anni fa di una scrittrice americana, Helen Fisher, che titolava il proprio libro “Donne, il primo sesso. Come le donne stanno cambiando il mondo” (2000). Era sua intenzione dimostrare che le donne hanno quasi una marcia in più, una certa superiorità biologica laddove, invece, quello che è stato definito «il testo sacro del femminismo», pubblicato nel 1949 dalla scrittrice e filosofa francese Simone de Beauvoir, “Il secondo sesso”, puntava ad affermare la parità piena tra uomo e donna in termini di capacità ed attitudini.

A questo punto, dopo essere passati dal secondo al primo sesso, si potrebbe rimettere in discussione la graduatoria tra i sessi. Se la moderna “scienza creativa” della sinistra è riuscita ad isolare una pluralità di sessi, che vengono riassunti con la sigla Lgbtqai plus (dove il plus rimanda ad un’altra quarantina di altri generi sessuali), ci chiediamo: qual è il primo? E gli altri a seguire, come dovranno essere catalogati per ordine di importanza?

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Lotta “contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo”

Ma c’è di più. Se la suddetta “scienza” ci dice che il sesso è fluido e che ognuno può scegliersi il sesso che vuole e quando vuole, è ancora possibile stabilire una graduatoria? Probabilmente è preferibile ritornare al principio di eguaglianza lasciando che ognuno, se lo desidera, possa considerare il proprio sesso (quello percepito al momento) come il primo ed il più importante.

Non stupisce, quindi, che ad avere maggiore risalto tra i punti programmatici della segreteria Schlein, ci sia la lotta «contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo» (evitiamo di tradurre perché siamo di fronte ad una lingua poco frequentata). Tuttavia, c’è dell’altro nelle intenzioni della Schelein, che non ha nulla a che vedere con gli esercizi praticati prevalentemente nelle stanze da letto.

Gli iscritti del partito, scavalcati da quelli degli altri

Sorvoliamo sulle politiche di accoglienza degli immigrati clandestini, promossi a “migranti” a vario titolo, tra i quali anche: chi fugge dalle guerre (spesso solo immaginarie), chi aspira a dedicarsi al mercato della droga, chi a quello del sesso, chi è vittima del cambiamento climatico e persino chi è vocato all’attività terroristica.

Sorvoliamo pure sulla “conversione ecologica” che mira (positivamente) ad incentivare le energie rinnovabili, ma (negativamente) ad ostacolare le ricerche sul nucleare e a porre fine alle trivelle per lasciarci al caldo d’estate e al freddo d’inverno, senza contare il processo di deindustrializzazione che viene ad innescarsi per l’inevitabile ed enorme costo dell’energia.

Poniamo attenzione, invece, alla promessa di «dare piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione», dove si prevede che tutti i cittadini abbiano «il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».

Un surreale esperimento di “metodo democratico” è avvenuto durante le primarie del Pd, con l’esito paradossale che, coloro che si sono associati liberamente prendendo la tessera del partito, si sono visti scalzare dagli iscritti e dagli elettori degli altri partiti. Siamo alla vanificazione dello spirito costituzionale, siamo alla democrazia col demos (popolo) degli altri, a qualcosa che potremmo chiamare trans-democrazia o democrazia gender fluid, alla stregua della fluidità dei sessi.

La sinistra senza la maturità democratica necessaria per stare in una democrazia?

I rilevamenti demoscopici ci informano che la Schlein è stata eletta con almeno il 20% dei voti di elettori del Movimento Cinque Stelle, e tanti altri provenienti anche dalla sinistra estrema, che non si riconosce nel Pd e affonda le radici nel vecchio PCI. Incidentalmente, va segnalato che non sono mancati neppure i voti di elettori di destra, che si sono voluti burlare di un partito aperto ai presunti “sostenitori”.

Tuttavia, il collante forte che, sulla sponda sinistra, tiene insieme la galassia dei “sinceri democratici”, non può che essere l’immarcescibile antifascismo, la sempiterna lotta al fascismo che non c’è. Ed è bastata una scazzottata tra studenti di destra, che volevano fare volantinaggio, e quelli di sinistra, che volevano impedirlo, per scatenare la canea di chi ritiene di rappresentare “la parte migliore del Paese”, regolarmente in assetto di guerra contro il fantasma del nemico di ieri e di oggi. Fino a scatenare la violenza (questa sì, reale) non solo verbale («Uccidere un fascista non è reato»; «A fuoco le sedi dei fascisti, coi fascisti dentro») ma anche fisica, con randelli mazze e bombe carta, durante i cortei «a difesa di Scuola e Costituzione».

Il nemico è il Nemico, con l’iniziale maiuscola, l’incarnazione del Male Assoluto, al quale non può essere riconosciuta alcuna legittimità politica. Una ottusa intransigenza che fa dire a Luca Ricolfi, sociologo e politologo di sinistra: «Purtroppo la sinistra non ha ancora la maturità democratica necessaria per stare in una democrazia». Bisognerà ancora aspettare per una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione, le quali godono entrambe di un’unica legittimazione, quella che conta, quella popolare.

Nuccio Carrara
Già deputato e sottosegretario
alle riforme istituzionali

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