Ieri interrogata la sorella del boss: «Tanto non rispondo»
Ha interrotto il giudice che le chiedeva come si chiamasse e quanti anni avesse con un brusco: «tanto non rispondo». Una chiusura totale quella della sorella del boss Matteo Messina Denaro, Rosalia, arrestata venerdì per associazione mafiosa e sentita ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dal giudice delle indagini preliminari Alfredo Montalto. «Le generalità ce le deve dire», ha replicato il magistrato. La donna, accusata di aver gestito la cassa del clan per conto del fratello e organizzato la rete riservata delle comunicazioni del capomafia, si è limitata alle informazioni strettamente necessarie, poi si è chiusa in un silenzio totale.
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Ad assisterla l’avvocato Daniele Bernardone. «La mia assistita è in buone condizioni, compatibilmente con la situazione in cui si trova», ha detto il penalista, alla fine dell’interrogatorio, che si è svolto nel carcere Pagliarelli di Palermo. Nei prossimi giorni si saprà se farà istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame.
Prosegue, intanto, il lavoro del pm Piero Padova, dell’aggiunto Paolo Guido e del procuratore Maurizio de Lucia che stanno cercando di ricostruire la latitanza del capomafia, ricercato per 30 anni. Gli oltre mille pizzini ritrovati nella case della donna – quella di Castelvetrano e quella di campagna di contrada Strasatti – e nel covo del boss a Campobello sono tutti da decifrare. Gli inquirenti che hanno identificato in Fragolone (uno dei nomi scritti nei biglietti) Rosalia Messina Denaro, stanno cercando di risalire agli altri soggetti nominati negli scritti: da Fragolina a Condor, e ancora Parmigiano, Malato, Grezzo… E di ricostruire come i messaggi fossero veicolati.
Le condizioni di salute del boss peggiorate a maggio scorso
Il materiale ritrovato offre moltissimi spunti: dal denaro del capomafia – che, si legge nei pizzini, aveva una provvista minima di 120mila euro – alla rete dei complici. Le indagini stanno chiarendo comunque già alcuni aspetti: come quelli relativi alle fibrillazioni vissute dalla famiglia del boss per le sue condizioni di salute. Il 18 maggio 2022, si è scoperto ad esempio, fu una data importante per Rosalia. «Adenocarcinoma Mucinoso. Devastante dopo il 18 maggio. Senza forza», scrive in una sorta di diario clinico del fratello, nascosto, trovato poi dal Ros nell’incavo di una sedia e destinato sicuramente a un medico specialista al quale la donna avrebbe dovuto chiedere una consulenza.
Gli inquirenti deducono che nel maggio scorso le condizioni di salute del capomafia, affetto e già operato per un cancro, fossero precipitate. Che quella sia una giornata significativa nella vicenda si evince anche dal comportamento della donna che in quel periodo era tenuta sotto osservazione dai carabinieri. I militari sono convinti che attendesse qualcosa.
Notizie del fratello probabilmente, che qualcuno avrebbe dovuto farle avere. «Per tutta la sua permanenza all’interno della proprietà (nella casa in campagna ndr), ove si tratteneva sino alle successive ore 13:16 (quindi circa 2 ore e mezza rispetto ai soliti 5/10 minuti), appariva visibilmente turbata e si spostava ripetutamente in maniera nervosa tra l’interno dell’abitazione ed il piazzale antistante; in alcune circostanze si sedeva sugli scalini esterni e in altre si poneva con le spalle al muro, visibilmente pensierosa», scrivono gli investigatori in una informativa. E’ evidente che ci sia grande allarme e che qualcuno avrebbe dovuto dare notizie alla sorella del boss, istruita ad attendere ed eventualmente a tornare il giorno dopo per incontrare il suo tramite con il capomafia.
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