Governo, Giorgia Meloni tra India ed Emirati per rilanciare l’Italia

di Chiara Langella

Successo a Nuova Delhi, la premier è ad Abu Dhabi

Alla fine di questa settimana l’Italia potrà dire di aver rilanciato le relazioni con India ed Emirati Arabi Uniti, dopo anni di tensioni che hanno frenato lo sviluppo di sinergie. La missione a Nuova Delhi è considerata un successo, secondo quanto filtra dall’entourage di Giorgia Meloni, che poi è volata assieme al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Abu Dhabi: la premier avrà un incontro con il presidente degli Emirati, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Sul tavolo, anche la questione ucraina, oltre a due intese a livello istituzionale, una dichiarazione d’intenti sul partenariato strategico e una dichiarazione sulla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28.

Mentre Eni ed Adnoc, la locale compagnia energetica nazionale, firmeranno un accordo di cooperazione su molteplici ambiti della transizione energetica. Gli italiani possono garantire know how e tecnologie avanzate, le risorse non mancano alla controparte emiratina. Che, fra l’altro, con la sua Adnoc Gas alla borsa di Abu Dhabi ha appena presentato una Ipo da 2,5 miliardi di dollari. L’ad di Eni, Claudio Descalzi, firmerà l’accordo con l’omologo di Adnoc, Sultan Al Jaber, che è anche ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata, e presidente designato della Cop28. In queste due vesti Al Jaber ha accolto all’aeroporto la premier (con sé in viaggio ha portato la figlia, e si è dedicata ieri a impegni privati) e Tajani, con l’ambasciatore italiano, Lorenzo Fanara.

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Tre anni di tensioni

L’incontro con il ministro emiratino ha aperto una missione che completa il lavoro di ricucitura delle relazioni dopo oltre tre anni di tensioni, fra la vicenda Etihad-Alitalia e lo stop all’export di bombe e missili verso Arabia e Emirati, deciso durante il secondo governo Conte, seguita per ritorsione dalla chiusura della base avanzata nel Golfo di Al Minhad. Senza tralasciare le difficoltà nel settore difesa, dove vari progetti di industrie italiane non avevano soddisfatto le aspettative emiratine, soprattutto nel settore dei droni.

Il nuovo governo ha già inviato negli Emirati due ministri e un sottosegretario, prima di questa visita, e a dicembre è stato rilasciato (con una multa da 250mila euro) Andrea Costantino, l’imprenditore milanese accusato di aver finanziato il terrorismo internazionale. L’Italia sta aiutando gli Emirati ad adeguarsi agli standard Gafi, la normativa europea anti-riciclaggio, per uscire così dalla lista grigia. Fra gli altri segnali positivi, l’interscambio in crescita del 17% negli ultimi 11 mesi, fino a 7,4 miliardi. E si punta a sfruttare l’interesse del Paese del Golfo nel settore dell’agroalimentare. «Qui – sottolinea Tajani – ci sono tante opportunità per le nostre imprese, anche nei settori dell’innovazione e agroalimentare. Sicurezza energetica e alimentare sono una nostra priorità».

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La questione Ucraina

Il rilancio della partnership, consente anche all’Italia di mettere sul tavolo la questione Ucraina. Il messaggio che porta Roma è in linea con quello già espresso al governo indiano. Un messaggio positivo, fondato sulla consapevolezza che gli Emirati Arabi Uniti sono neutrali e che ospitano molti russi. E accompagnato dall’invito ad agire con maggiore incisività sulla Russia, per convincerla che il conflitto va fermato. Non una richiesta di schierarsi, quindi, ma un invito ad adoperarsi per insistere con il governo di Mosca sulla necessità di abbassare i toni.

La regione indo-pacifica può giocare un ruolo cruciale sullo sfondo del conflitto. L’Italia, in linea con Usa e Ue, spera che l’India – finora equivicina fra i due blocchi – possa spostare gli equilibri geopolitici. E gli alleati occidentali, come ha scritto il Financial Times, premono sugli Emirati affinché fermino le esportazioni, in particolare di componenti elettroniche, verso la Russia, che così riesce ad aggirare le sanzioni.

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