Avrebbe ricevuto somme di denaro in nero a sostegno della sua candidatura
E’ Luciano Passariello l’ex consigliere regionale della Campania arrestato nell’ambito dell’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari eseguita dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli su presunti appalti truccati sia presso la SMA Campania, società in house della Regione Campania, che presso il Comune di Napoli.
Nei confronti di Passariello è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, Passariello avrebbe ricevuto somme di denaro in contante e in nero a sostegno della sua candidatura alle elezioni politiche del 2018 nella lista di Fratelli d’Italia.
Passariello è inoltre indagato per induzione indebita a dare o promettere utilità poiché, in qualità di presidente della Commissione d’inchiesta sulle società partecipate del Consiglio regionale della Campania, dopo aver «sponsorizzato» e, secondo il gip, «di fatto determinato la nomina di Lorenzo Di Domenico ad amministratore unico della SMA», avrebbe indotto Di Domenico «a dare o promettere, anche per il tramite di Agostino Chiatto (dipendente della SMA già distaccato presso la segreteria particolare di Passariello) a lui stesso o a terzi» una serie di utilità, tra le quali l’aggiudicazione della gara d’appalto per la manutenzione dei veicoli della SMA a un’autofficina segnalata dallo stesso Passariello. In una conversazione riportata nell’ordinanza firmata dal gip di Napoli Antonio Baldassarre, Passariello si sarebbe rivolto a Di Domenico dicendogli: «Secondo te perché io ti ho messo là (in SMA), se non per fare soldi?».
Gli altri due destinatari della stessa misura cautelare sono Alessandro Soria, responsabile area manutenzione del territorio della Sma Campania e Cosimo Silvestro, responsabile relazioni esterne ed industriali della stessa società. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Agostino Chiatto, e Antonio Tuccillo, amministratore e gestore di una delle società coinvolte nell’inchiesta che è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dai pm Henry John Woodcock ed Ivana Fulco.
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