Giorgia Meloni: «Governare è una maratona, non servono misure spot»

di Chiara Langella

Lo spread «sceso in cento giorni da 236 a 175 punti base»

Governare l’Italia «è una maratona», non una corsa sprint. Giorgia Meloni quindi giura di non vivere i suoi primi cento giorni a Palazzo Chigi come un traguardo, rinvia il bilancio «alla fine del percorso» ma si dichiara «ottimista» che «la nazione ce la farà. Perché, assicura, «è in una situazione più solida di quanto alcuni vogliono far credere». E a quelli che ha spesso chiamato «gufi», rinfaccia lo spread, «sceso in cento giorni da 236 a 175 punti base, con la Borsa che ha registrato un aumento del 20% e Banca d’Italia che stima per il secondo semestre 2023 l’economia italiana in netta ripresa».

Nella sua rubrica social, con la solita agenda in mano e un montaggio sempre più curato, la premier passa in rassegna solo gli ultimi atti del governo, dal Patto sulla terza età al ddl su procedibilità d’ufficio e arresto in flagranza. Ma chiarisce che l’obiettivo non sono «misure spot» bensì «soluzioni», e quelle richiedono «lavoro e precisione». Ci si può leggere la conferma dell’impegno a ridurre al minimo i decreti d’urgenza (già una quindicina), ma anche un avvertimento a Lega e FI, che spesso l’hanno irritata in questi tre mesi con fughe in avanti per piazzare bandierine.

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Anche nel varo della manovra da 35 miliardi, «coraggiosa» e «prudente» secondo il governo, e approvata con qualche brivido. Fibrillazioni si sono registrate sulla giustizia, esplose proprio dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, vissuto come un successo dalla premier che aveva voluto dedicare anche alla mafia (con l’ergastolo ostativo) il suo primo decreto legge, quello anti-rave.

Giorgia Meloni, la Giustizia e l’impegno a Bruxelles

Rientrato il caso intercettazioni, dopo il faccia a faccia di giovedì con Carlo Nordio, Meloni ribadisce comunità d’intenti con il guardasigilli. Il ministro, dice, «è impegnato su una riforma molto seria e ampia della giustizia», con due cardini, garanzie per indagati e processati, e certezza della pena dopo la condanna. Fra gli obiettivi, aggiunge l’attenzione massima ai «reati più percepiti, spaccio, furti in appartamento e rapine». In questa direzione, sottolinea, va il piano Stazioni sicure del Viminale.

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Il governo rivendica di aver messo fra le priorità di Bruxelles l’immigrazione irregolare. Meloni nei prossimi giorni sarà a Stoccolma e Berlino, e al Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio si presenterà reduce dalle intese con Algeria e Libia. Gas e immigrazione sono intrecciati nel suo Piano Mattei per l’Africa, una dottrina della cooperazione «non predatoria», fra le novità avanzate dalla prima donna a capo del governo italiano.

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