Sette ultras paganesi e due casertani
Nove tifosi sono stati arrestati da carabinieri e polizia per i fatti di Pagani (Salerno), dove domenica, prima del match di serie D tra Paganese e Casertana, è stato assaltato con pietre e fumogeni un bus con i tifosi casertani, che è stato avvolto dalle fiamme, e dopo sono scoppiati scontri tra supporter con diversi feriti, tra cui un carabiniere. Sette i tifosi della Paganese e due quelli del Casertana finiti agli arresti domiciliari: tra di loro figurano anche persone che, in passato, erano state già colpite dal provvedimento di Daspo.
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I due tifosi della Casertana sono stati poi rimessi in libertà dal giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto per loro l’obbligo di firma dai carabinieri. I due dovranno affrontare la direttissima nel competente tribunale di Nocera Inferiore insieme agli altri sette tifosi della Paganese. Arriva dunque dopo 48 ore la risposta dello Stato al secondo episodio di «calcio malato» di questo inizio 2023, dopo quanto accaduto sull’A1 ad Arezzo per gli scontri tra tifosi della Roma e del Napoli. Una «risposta» veloce, come aveva annunciato a caldo domenica sera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Il ministro Piantedosi: «Sanzoni molto severe»
Ieri da Trieste, Piantedosi si è detto soddisfatto perché «alcuni degli artefici di questo episodio molto grave sono stati almeno individuati, denunciati e arrestati. Questo per quanto riguarda le sanzioni penali».
«Per quanto riguarda invece le sanzioni sportive – ha aggiunto – ne parleremo a breve, nell’ambito dell’apposito organismo ministeriale. Ci saranno sanzioni sicuramente molto severe nei confronti delle due società specifiche. Avrò modo di raccomandare a questi organismi di mantenere un’attenzione molto alta. Talvolta quando ci sono segnali premonitori di queste violenze dobbiamo avere la capacità di evitare che si verifichino».
Le indagini della Procura di Nocera Inferiore
Le indagini sul «far west» di Pagani, coordinate dalla Procura di Nocera Inferiore (procuratore Antonio Centore), hanno permesso di risalire ad alcuni dei tifosi che hanno partecipato agli scontri e che in un primo momento, avendo agito con il volto coperto da passamontagna, erano rimasti ignoti.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di possesso e lancio di oggetti contundenti e fumogeni, di resistenza a un pubblico ufficiale, rissa, devastazione. Alcuni, inoltre, dovranno rispondere dell’incendio del bus dei tifosi della Casertana e del conseguente danneggiamento di un edificio e di altri beni nell’area circostante, nonché del ferimento di uno dei carabinieri intervenuti.
La Procura ha anche disposto il sequestro di ciò che è rimasto del bus bruciato, di proprietà della ditta casertana Mataluna (assistita dagli avvocati Raffaele e Gatetano Crisileo). Nonostante gli arresti però a Caserta non si spengono le polemiche e la rabbia. Massimo Vecchione, responsabile marketing della Casertana, che domenica era in auto al seguito del bus dato alle fiamme, racconta che «c’erano pochi carabinieri a scortare i due bus e le auto dei tifosi della Casertana» e che quello dei tifosi di casa è stata «un assalto premeditato; si è rischiata la tragedia».
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