L’economista: «L’Europa non può restare l’unica isola mercatista»
Il fondo Salva-stati «nelle mie intenzioni avrebbe dovuto diventare subito uno strumento per emettere titoli di debito europei», ma era il 2008 e «nel frattempo il mondo è cambiato. Parlare del Mes è come camminare con la testa all’indietro. È un problema minore, sono certo che la ratifica ci sarà». Ad affermarlo è il presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti. Ma il problema nella maggioranza c’è.
Come ne uscirete? «Ho l’impressione che la discussione italiana sia fuori dallo spirito del tempo – risponde – Parto dall’ultima novità clamorosa: la proposta di un fondo europeo avanzata da Scholz. Una scelta anticipata da von der Leyen. C’è una ragione per cui avviene. È entrato in crisi il modello industriale tedesco basato sull’import di energia a basso costo dalla Russia e sull’export in Cina di prodotti ad alto valore aggiunto».
«Se consideriamo che in un’auto tedesca c’è il trenta per cento di componentistica italiana, ciò significa che la crisi è in Europa e dell’Europa, quella che fino all’inizio della pandemia vietava gli aiuti di Stato. Ciò avviene mentre la Casa Bianca introduce massicci aiuti pubblici all’economia, più o meno quel che i cinesi fanno da sempre. È in atto un salto della storia. Come ha detto bene Meloni i problemi sono ben altri, e riguardano il futuro dell’economia. L’Europa non può restare l’unica isola mercatista».
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