La guerra degli ultrà: chat e vedette per pianificarla. Arrestate altre 3 persone

di Antonella Di Martino

In manette un napoletano residente a San Giovanni a Teduccio

Circa 180 tifosi, tra napoletani e romanisti, identificati tra Genova e Milano, un ultrà giallorosso ferito e arrestato ad Arezzo, tre ultras (due della Roma e uno del Napoli) fermati ieri sera, altri arresti ipotizzati nelle 48 ore di flagranza differita (scadenza martedì verso mezza giornata), una ‘tempesta’ di Daspo in arrivo. Il bilancio di polizia giudiziaria per i disordini tra tifosi e il blocco dell’A1 di Badia al Pino è al momento questo ma nelle ore potrà diventare più robusto.

«Stiamo concentrando tutte le nostre energie e quelle della polizia per arrivare quanto prima all’identificazione dei responsabili di questo gesto folle e assurdo che ha messo a repentaglio la sicurezza dei viaggiatori e ha bloccato una delle principali arterie del nostro Paese», ha dichiarato il procuratore di Arezzo Roberto Rossi assicurando «ogni sforzo perché i responsabili di questi fatti siano chiamati a rispondere delle loro azioni».

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Le indagini da parte delle Digos di Arezzo, Roma e Napoli hanno trovato chat e messaggi scritti e vocali in cui i tifosi minacciavano di darsele di santa ragione. Scontri, quindi, non occasionali ma cercati, voluti, anche con appostamenti e vedette, da stabilire però se pianificati da tempo, certo favoriti dal calendario della serie A di calcio che nelle stesse ore ha fatto percorrere un lungo pezzo comune di Autosole a entrambe le tifoserie in trasferta al nord, i napoletani verso Genova, i giallorossi per Milano.

«Le fonti informative, i nostri operatori – spiega il questore di Arezzo, Maria Luisa Di Lorenzo – hanno rilevato che ci sono stati contatti tramite e messaggi e chat, da cui si può ipotizzare che si erano dati una specie di appuntamento in autostrada per scontrarsi». Tuttavia, prosegue, «la modalità può far pensare anche a un agguato, dato che i napoletani si sono fermati ad aspettare gli altri alla stazione di servizio di Badia al Pino anziché proseguire il viaggio. La Digos aveva informato che i romanisti si erano radunati all’area di servizio precedente, Montepulciano, e la questura ha rafforzato le misure in autostrada».

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A Badia al Pino sono partiti i lanci di oggetti e razzi contro le auto dei romanisti in transito, che si sono fermati e hanno reagito contribuendo ai disordini e al blocco dell’autostrada. Ignari viaggiatori sono rimasti bloccati ore, per puro caso non ci sono stati incidenti stradali causati dai fumogeni e il caos a bordo carreggiata.

Il fascicolo della procura aretina

La procura aretina ha aperto un fascicolo per rissa aggravata che per ora coinvolge solo Martino Di Tosto, 43 anni, ultrà romanista accoltellato alle gambe e accompagnato sanguinante in ospedale dai compagni che lo hanno scaricato davanti al pronto soccorso di Arezzo, e poi sono fuggiti. E’ in cella e oggi avrà la direttissima.  Si chiama, invece, Antonio Marigliano e ha 35 anni il primo ultras napoletano arrestato dalla Digos per gli scontri. A Marigliano, che abita nel quartiere San Giovanni a Teduccio, è stato notificato un arresto in flagranza per differita. Nei prossimi giorni, difeso dall’avvocato Emilio Coppola, Marigliano sosterrà l’udienza di convalida davanti al giudice.

In realtà, si aspettano provvedimenti e denunce per altri, mentre i reati ‘in cantiere’, in valutazione sono ben oltre la rissa: le ipotesi comprendono i reati di attentati alla sicurezza dei trasporti, interruzione di pubblico servizio, blocco stradale, danneggiamento, lancio pericoloso di oggetti, lesioni. L’analisi dei fatti è in pieno corso da parte degli investigatori. Quanto al motivo è plausibile fare riferimento ai rapporti guastatisi definitivamente dopo l’uccisione di Ciro Esposito, azzurri e giallorossi sono tifoserie nemiche.

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