Si valuta il prolungamento dell’apertura della camera ardente
Prima ancora che il sole sorgesse un gruppo di suore era già in fila a Porta Sant’Anna, altre invece stazionavano all’ingresso di piazza San Pietro accanto ad altre decine di fedeli e turisti. Sono circa 135 mila i pellegrini che da lunedì hanno deciso di rendere omaggio al papa Emerito Benedetto XVI, un dato decisamente superiore alle aspettative e che potrebbe portare al prolungamento dell’apertura della camera ardente, prima dei funerali di giovedì.
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L’onda del ricordo di Joseph Ratzinger non accenna a diminuire e il serpentone all’esterno della Basilica di San Pietro sembra non assottigliarsi neanche nelle ultime ore prima della chiusura. All’esterno, sul sagrato, tutto è pronto per le esequie, alle quali parteciperanno leader religiosi e capi di Stato e di governo. I primi, tra i quali il premier ungherese Viktor Orban, sono già arrivati in Vaticano ma altri sono attesi nelle prossime ore.
Le rose bianche, ultimo dettaglio ad abbellire l’altare sul sagrato, fanno da cornice all’immagine dei pellegrini in fila. Ognuno ha un ricordo o un’immagine di Ratzinger impressa nella propria memoria. C’è già chi ne chiede la beatificazione e chi, invece, mostra la foto del suo incontro con il Pontefice prima che decidesse di lasciare il soglio di San Pietro dopo otto anni dalla sua elezione.
Oggi la camera ardente resterà aperta per le ultime 12 ore, dalle 7 alle 19, prima delle esequie in programma giovedì. Nonostante le delegazioni ufficiali previste dal cerimoniale siano solo quella italiana e tedesca – guidate da Sergio Mattarella, Giorgia Meloni, Frank-Walter Steinmeier e Olaf Scholz – numerose saranno le personalità politiche che prenderanno posto in piazza, dai reali del Belgio ai presidenti di Polonia e Ungheria, Andrzej Duda e Katalin Novak.
L’omaggio di leader religiosi e politici
Numerosi anche i leader religiosi che renderanno omaggio al papa Emerito. Tra questi hanno confermato la loro presenza il Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignazio Youssef III Younan, il metropolita della Chiesa russa Antonij di Volokolamsk e una delegazione del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Ieri in Basilica si sono recati il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il premier ungherese Viktor Orban e l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash. Imponente l’apparato di sicurezza predisposto dalla prefettura di Roma durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito ieri.
In campo ci saranno 1.000 agenti che intensificheranno le operazioni di filtraggio e controllo delle decine di migliaia di fedeli e turisti attesi. «Avremo molti volontari della Protezione Civile, vigili del fuoco e agenti della polizia locale di Roma Capitale – le parole del prefetto Bruno Frattasi -. Ci sarà anche un secondo presidio medico avanzato. Ci aspettiamo più di 60 mila persone». All’interno delle mura vaticane, invece, si continuerà a lavorare regolarmente.
Gli uffici della Santa Sede resteranno aperti, anche se i dipendenti della Curia romana e del Governatorato potranno comunque partecipare ai funerali in orario lavorativo «informando previamente i propri Superiori», come si legge in una circolare dell’Ufficio coordinamento dicasteri.
Al termine del rito funebre, che sarà presieduto da papa Francesco ma probabilmente celebrato dal decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re, il feretro di Benedetto XVI lascerà piazza San Pietro per raggiungere le grotte vaticane dove verrà tumulato durante un cerimonia privata. All’interno della bara saranno deposte le monete e le medaglie coniate durante il suo Pontificato, ma anche i pallii e il rogito, il lascito cioè della sua storia da Papa.