La Manovra approvata tra le polemiche dell’opposizione che dimentica i suoi precedenti

di Mimmo Della Corte

Pensioni su, bollette giù. Venerdì potrebbero essere ufficializzati i 55 obiettivi del Pnnr

Il rigassificatore di Piombino si può fare. Non rappresenta un rischio per i cittadini ed è indispensabile per non avere problemi con l’energia da qui a qualche mese. Quindi si farà! Lo ha deciso il Tar del Lazio, l’altro giorno. Intanto, a capo di una settimana e più di polemiche, 44 rilievi mossi dalla ragioneria dello Stato sulle coperturre cui è stato necessario correre ai ripari, all’alba è arrivato il «si» «fiduciario» della Camera alla legge di bilancio 2023 che il 27 passerà al Senato per l’ok definitivo. Con due regali natalizi, pensioni +7,3 e bollette meno care da gennaio.

Giovedì 29, poi, in occasione della conferenza stampa di fine anno potrebbe essere ufficializzato il raggiungimento dei 55 obiettivi previsti per i 19 miliardi di euro della seconda rata 2022. Dimentichi, però, di ciò che hanno combinato loro negli anni scorsi – Letta, Conte & c., non hanno fatto che accusare il governo «di incapacità di gestire la manovra e far rischiare al Paese l’esercizio provvisorio». Ma dov’erano questi signori l’anno scorso e i precedenti di questi tempi, sulla luna? No, erano al governo ed erano alle prese con lo stesso problema: il ritardo nell’approvazione della legge di bilancio che rappresenta da sempre il momento più significativo dell’attività politica.

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Allora come mai non si ricordano che le tre manovre (2019 e 2021) approvate dal Governo Conte hanno avuto il via libero il 30/12 come anche quella Draghi (2022). Niente di nuovo, quindi. Stavolta, però, era prevedibile. Se due governi tecnici non votati da nessuno e in carica per un intero anno ce l’hanno fatta all’ultimo minuto, come avrebbe potuto farcela più velocemente un governo uscito dalle elezioni il 26 settembre e «fiduciato» dalle Camere a fine ottobre e, per di più in un momento di complicatissima congiuntura nazionale e internazionale?

Stesso discorso per l’appuntamento del Pnrr

Anche questo punteggiato da tantissime polemiche, da parte dei ministri del governo dei «migliori» che hanno continuato a negare le proprie responsabilità sui ritardi del Pnrr e, secondo «Repubblica», sono «irritati» perché Draghi tace e non replica alle accuse della Meloni di aver lasciato in eredità al suo governo ben 30 dei 55 obiettivi e traguardi da mettere a punto per fine anno. Loro, assicurano, erano «in linea con le scadenze».

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Davvero? Ma allora come mai, conti alla mano, nel 2021 sono riusciti ad utilizzare appena il 37,2% delle risorse disponibili, sperando di arrivare entro quest’anno, a spendere 20,5 miliardi (13 in meno di quelli previsti) sui 46 ricevuti? Certo, l’Ue ci ha comunque concesso i 21 miliardi della prima tranche 2022 e loro hanno iniziato a lavorare per i 19 della seconda.

Ma stando alla Corte dei Conti, lo stato di attuazione dei primi 31 dei 45 interventi del primo semestre 2022 mostravano notevoli criticità. Ancora al 16 settembre dei 55 obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre prossimo, ne erano stati conseguiti soltanto 21 che a fine settembre sono diventati 25, che il governo Meloni, in poco più di un mese dal giuramento, è riuscito a portare a 40 e venerdì 29 dovrebbe ufficializzare il raggiungimento del traguardo finale. Di più, una tabella della NADEF del primo ottobre curata dal precedente ministro dell’economia, Franco, riduceva la spesa Pnrr 2022 da 29,4 miliardi del Def di aprile a 15. In pratica 14,4 in meno. Da qui il silenzio di Draghi.

Il costante tentativo di seminare odio

Non sarà, proprio per questo: costante tentativo di seminare odio, scaricare sugli altri le responsabilità di tutti i guai del Paese; il coinvoglimento di propri rappresentanti nel caso Qatargate che continua ad allargarsi e in altre questioni poco chiare; ftacere delle minacce rivolte alla premier ed alla Destra; correre dietro i Lerner ai quali neanche le lacrime di Meloni per le leggi razziali al museo ebraico bastano perché, «è tardi» (qualcuno gli spieghi, che quelle risalgno al 1938 e lei è nata nel 1977) e ai Formigli e Fanpage che pur di avvelenare i pozzi di FdI, s’inventano le «lobby nere» e si guardano bene di farlo sapere quando crollano; che il Pd continua a crollare nei sondaggi (dal 19,07 delle elezioni al 14,7 del sondaggio Swg del 19/12) ed è stato scavalcato adi 5S? E, per finire, BUON NATALE A TUTTI. Anche a loro!

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