Il ministro Piantadosi: «Contrasto alle pericolose forme di radicamento dei sodalizi criminali»
E’ stato liberato dagli abusivi, a Napoli, il palazzo al civico al civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone, «il palazzo della camorra». Lì hanno vissuto per anni, senza avere diritto, diciassette famiglie, molte delle quali legate ai clan. Lo sgombero si è svolto praticamente senza incidenti, malgrado la voce che qualcuno fosse intenzionato a barricarsi.
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Circostanza che ha fatto confluire a Pizzofalcone, nel cuore antico di Napoli e a due passi da Piazza del Plebiscito, un gran numero di uomini delle forze dell’ordine in assetto anti sommossa: poliziotti, agenti della Municipale, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco. Era presente pure un’ambulanza, per ogni evenienza: ma non ce n’è stato bisogno. Certo, non sono mancate le lamentele, gridate a gran voce: «Non siamo camorristi». E ancora: «E’ una vergogna dopo 20 anni ci cacciano».
Ma la vera vergogna è che lì abbiano abitato così a lungo persone che non ne avevano diritto, buttando fuori perfino vecchiette che, insieme alla casa, hanno perso tutto, anche i ricordi di una vita. Gli avvisi di sfratto erano stati notificati lo scorso 10 novembre, primo atto di un percorso che si sarebbe dovuto chiudere sette giorni dopo ma che invece ha avuto una gestione più lunga e qualche proroga. Ieri, verso le 9, il blitz.
Alcune delle abitazioni erano già state liberate nei giorni scorsi, autonomamente, dagli abusivi. Le altre sono state liberate ieri: i mobili sono stati portati via e poi gli ingressi e ogni altra apertura sono stati sigillati con cemento e mattoni. Inoltre, per evitare effrazioni, la zona sarà vigilata.
Il ministro dell’Interno Piantedosi e l’assessore De Iesu
Oltre che a Napoli, come ha ricordato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, operazioni di sgombero si sono tenute in simultanea anche a Foggia. «È la chiara testimonianza – ha detto il titolare del Viminale – dell’attenzione costante e concreta di tutte le Istituzioni alla richiesta forte di ripristino della legalità proveniente da quelle comunità locali». «È fondamentale – ha aggiunto – proseguire con determinazione nell’attuazione di una precisa azione di contrasto alle pericolose forme di radicamento dei sodalizi criminali che si basa su una intensa attività sui territori da parte di magistratura e Forze di polizia».
Le indagini alla base dei provvedimenti eseguiti si sono dovuti scontrare con una documentazione carente e parziale, faticosamente ricostruita dopo la transizione della proprietà dal Demanio al Comune, nel 2016. Ma ora la via è tracciata e agli sgomberi eseguiti ne seguiranno altri.
«Il metodo ha funzionato, si è rivelato molto efficace», ha commentato l’assessore Antonio De Iesu, ex questore di Napoli presente alle operazioni. Di sgomberi «ne dovremo fare altri – ha aggiunto – tantissimi alloggi comunali sono stati privati ai legittimi assegnatari. E’ l’avvio di un percorso». «È tempo di ripristinare legalità e giustizia», afferma il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, da alcuni giorni sotto tutela proprio per essersi battuto affinché gli abusivi venissero cacciati. «Pizzofalcone – dice – dovrà diventare il simbolo della lotta agli abusi della criminalità organizzata».
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