Da anni gli amministratori locali chiedono di intervenire
Dopo l’impegno preso dal governo all’Assemblea dell’Anci sulla revisione del reato di abuso d’ufficio, è già fissato un incontro tra il ministro Carlo Nordio e i sindaci, al quale dovrebbe partecipare anche il viceministro Francesco Paolo Sisto. «Chiediamo una soluzione una volta per tutte: non va bene – ha detto il presidente dell’Anci Antonio De Caro – che un sindaco abbia in toto la gestione di qualunque cosa. Il nocciolo del senso della nostra battaglia sta nei numeri: nel 93% dei casi i sindaci indagati per abuso d’ufficio non vengono neanche rinviati a giudizio. Non chiediamo per i sindaci immunità o impunità, ma certezza delle regole».
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Da anni gli amministratori locali chiedono di intervenire sull’articolo 323 del codice penale che punisce il pubblico ufficiale che per violazione o omissione si procura un «vantaggio patrimoniale» o «arreca ad altri un danno ingiusto». La formulazione del reato viene indicata come la causa di una «burocrazia difensiva»: la paura di incappare in un’inchiesta diventa un freno (o l’alibi per non agire).
Sisto: «Reato scivoloso»
«L’abuso d’ufficio – sottolinea il viceministro Sisto – è un reato così scivoloso da causare danni enormi all’economia e al Paese: per questo vogliamo, intervenendo sulla norma, liberare i sindaci dalla paura della firma». Un’ipotesi potrebbe essere un intervento sull’abuso d’ufficio di vantaggio per lasciare l’abuso di danno. Sisto propone poi di privilegiare «altri controlli di tipo amministrativo».
Si tratta, spiega, di rafforzare i controlli di matrice non penale. Già ci sono quelli della Corte dei Conti e del giudice amministrativo, «quello che chiedo ai sindaci è intensificare i percorsi di legalità. Il sindaco non ha paura di firmare se cura la legittimità e i controlli all’interno della sua struttura. Si può anche sbagliare ma si parte dal presupposto che si è fatto tutto il possibile».
In parlamento sono stati depositati due progetti di legge, fonti di governo spiegano che c’è un cantiere aperto ma non è stato ancora definito come procedere, se con un’iniziativa del governo o parlamentare.
Una nuova proposta, nei prossimi giorni, arriverà da Forza Italia, come spiega il capogruppo in Commissione Giustizia al Senato, Pierantonio Zanettin: «Mi riservo in tempi relativamente brevi di predisporre un testo per abuso d’ufficio e traffico di influenze, due reati a condotta evanescente in cui il discrimine tra lecito e illecito è affidato alla discrezione del magistrato», e annuncia un emendamento al dl anti-rave per escludere i reati contro la pubblica amministrazione dalla lista di quelli per cui non si potrà accedere ai benefici penitenziari e alle pene alternative.
Proposta anche da Azione
Una proposta sull’abuso d’ufficio è stata annunciata anche da Azione, ma, spiega il vicesegretario Enrico Costa, «siamo pronti a confrontarci con il governo per giungere ad un testo condiviso». Un intervento lo sollecita anche il governatore dem Vincenzo De Luca: «per 10 anni – dice – non si è fatto nulla anche per ignavia e vigliaccheria di tutto lo schieramento politico, anche del Pd quando poteva contare sul ministro della Giustizia. Ora c’è l’ennesimo impegno di un governo e abbiamo il dovere di aspettare i risultati».