Cosa farà il Consiglio regionale il 29 novembre, smentirà se stesso e accetterà l’ennesimo giro di valzer deluchiano?
Sono proprio curioso di vedere se il Consiglio regionale della Campania, convocato in seduta straordinaria per il 29 novembre, smentirà se stesso e De Luca. Il Consiglio, infatti, nel 2019 approvò un documento proposto dalla giunta su iniziativa del presidente De Luca che dava il via libera alla Autonomia differenziata.
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Successivamente, il 10 luglio, il presidente, forte del parere del consiglio, inviò una lettera all’allora ministra (leghista) Erika Stefani con la quale chiedeva di prevedere nell’intesa sette materie: Valutazione impatto ambientale, autorizzazioni paesaggistiche locali, istruzione e formazione professionale, tutela della salute, pagamento dei contributi comunitari in agricoltura, funzioni dei provveditorati alle opere pubbliche, rete regionale dei musei e dei beni culturali.
La cosa grave di quella proposta è che nella stessa veniva si affermata la definizione dei Lep, livelli essenziali delle prestazioni, nonché l’istituzione di un fondo per la perequazione infrastrutturale e risorse compensative per quei territori con una ridotta capacità fiscale per abitante, ma l’intesa proposta prevedeva il limite temporale di un anno per realizzare ciò.
Ed, ancora più grave, prevedeva che «nelle more» le materie venissero già trasferite realizzando in questo modo l’Autonomia a prescindere della fondazione dei Lep. Una proposta così estrema che neanche Calderoli, nella bozza presentata in questi giorni, aveva avuto il coraggio di rendere così stringente su tempi, modi e contenuti.
La proposta di De Luca e il furbo Calderoli
Una proposta, quella di De Luca, così favorevole a chi come i governatori del nord spingono per attuare l’Autonomia che ha spinto il furbo Calderoli a dichiarare: «Nonostante le polemiche sull’autonomia differenziata nel Sud, una proposta potrebbe venire proprio dalla Regione Campania. C’è stata una proposta di Vincenzo De Luca che è molto più avanti rispetto a qualsiasi mia proposta».
De Luca, da animale politico qual è e nella consueta disinvoltura nel costruire e disfare posizioni politiche, ha intuito che questo tema può diventare un cavallo di battaglia per ergersi da un lato a paladino della difesa dei diritti del sud e dall’altro lanciare la sua candidatura alla segreteria del PD assumendo il ruolo di chi si oppone alla Autonomia. Al prossimo congresso del PD l’Autonomia potrebbe in questo modo occupare il dibattito interno con Bonaccini, presidente della Emilia Romagna e fautore della Autonomia, e De Luca contrario alla sua attuazione.
Ma il Consiglio regionale della Campania, come detto chiamato ad esprimersi sull’argomento, come reagirà?
Abbiamo già detto che su questo argomento si è già espresso nel 2019 favorevolmente alla riforma, ma oggi, dopo che De Luca ha operato una evidente inversione ad U manterrà coerentemente la posizione già espressa o seguirà il governatore facendo calare ancora di più la credibilità di questa assemblea che sembra sempre di più un «bivacco»?