Il luogotenente ucciso non voleva riammettere in servizio il brigadiere
E’ stato bloccato all’alba dall’irruzione dei reparti speciali dei carabinieri nella caserma di Asso (Como), dopo una notta infruttosa di trattative, il brigadiere Antonio Milia. Era asserragliato dal tardo pomeriggio di ieri, quando ha sparato con la pistola d’ordinanza al comandante, il luogotenente Doriano Furceri, trovato morto all’interno della stazione. Arrestato, il brigadiere è accusato di omicidio e del tentato omicidio di un militare del Gis, che ha colpito con un proiettile a un ginocchio nelle fasi concitate dell’irruzione.
Indice Articolo
Il blitz poco prima delle 6 di questa mattina, dopo che per quasi dodici ore un mediatore dell’Arma ha cercato invano di convincere ad arrendersi Milia, armato e asserragliato dietro la porta blindata della caserma, dove sono state liberate dopo ore di angoscia anche una donna carabiniere, che si trovava in una camerata della caserma, e le famiglie degli altri militari, comunque mai in pericolo. Il brigadiere verrà interrogato già nelle prossime ore per consentire agli inquirenti di far luce sui motivi del suo gesto. Oltre al pm di Como Michele Pecoraro, saranno presenti anche i pm della Procura militare di Verona.
Sposato e con tre figli, Milia era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi.
La sospensione a febbraio scorso
Milia era stato sospeso in concomitanza con l’arrivo ad Asso di Furceri, nel febbraio scorso: un provvedimento preso dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avevano fatto emergere una tendenza suicida del militare, per via, sembra, di una crisi dei rapporti con la moglie.
Gli era stata inoltre tolta la pistola di ordinanza. Fino alle scorse settimane, quando Milia ha ottenuto il via libera al reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano, senza alcuna limitazione. Ma il luogotenente Forceri non lo riteneva in condizioni tali da poter tornare al lavoro, per cui l’aveva messo forzatamente in ferie. Da qui, molto probabilmente, gli attriti e la discussione sfociata in omicidio ieri pomeriggio.
Sposato e con tre figli anche il luogotenente Furceri, trasferito ad Asso dalla provincia di Lecco. Prima di arrivare nel Comasco il sottufficiale ammazzato aveva prestato servizio per alcuni anni a Bellano, da dove era stato spostato per incompatibilità ambientale. Nel centro storico della località sulla sponda orientale del lago di Como erano comparse alcune scritte contro il militare: «Giù le mani dalle mogli degli altri». Non si sa se queste accuse siano in qualche modo collegate con il gesto del brigadiere Milia.
Potrebbe interessarti anche:
- Giugliano, si dimette l’assessore Coppola: «Da tempo chiedo un cambio di passo»
- Verifica fiscale nei confronti di Pfizer Italia: avrebbe nascosto profitti per 1,2 miliardi
- Aggressione al centro commerciale: un morto e quattro feriti a Milano
- Il governo accelera su manovra e caro energia ma bisogna chiudere il pacchetto dei sottosegretari
- «Labirinto senza uscita»: trans 19enne si suicida a Napoli