La ragazza di 22 anni morta a maggio 2021
Si è conclusa con un patteggiamento l’udienza preliminare davanti al Tribunale di Prato per l’omicidio colposo di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne di Pistoia morta per un infortunio sul lavoro il 3 maggio 2021 risucchiata da un orditoio in una fabbrica tessile a Oste di Montemurlo, nel distretto tessile di Prato. A patteggiare sono stati Luana Coppini e Daniele Faggi, i due principali imputati, titolari della ditta. Coppini ha patteggiato due anni di reclusione, mentre Faggi un anno e sei mesi.
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Il patteggiamento è stato avanzato dagli avvocati Alberto Rocca e Barbara Mercuri, difensori degli imputati. Il pubblico ministero Vincenzo Nitti ha dato il consenso e la sentenza è stata pronunciata dal giudice Francesca Scarlatti. Durante l’udienza è stata discussa anche la posizione del terzo indagato, tecnico della sicurezza, Mario Cusimano, che è stato rinviato a giudizio. Al processo verrà discussa anche la posizione della società dell’orditura tessile in qualità di persona giuridica. L’avvocato Gabriele Capetta ha chiesto un patteggiamento anche per la ditta che consiste in una sanzione amministrativa di 10.300 euro.
L’amarezza della madre
«Sono delusa, amareggiata per questa decisione della giustizia», ha commentato Emma Marrazzo, la madre di Luana, a cui il Tribunale ha affidato il nipotino. Rispondendo alle domande dei cronisti fuori dal tribunale di Prato, la madre ha poi detto: «Andremo avanti per la nostra strada. Mi dicevano tutti: ‘tanto nel mondo del lavoro non cambia niente, cosa vuoi cambiare? Forse avevano ragione. Aspettavo un po’ più di rispetto, qualcosa in più. Ho sempre detto no alla vendetta, volevo stoppare le morti sul lavoro ma ne avvengono ancora tante. Penso che le persone potranno commentare questa sentenza, non sarò io a farlo».