Camorra, il pentito: «Al carabiniere infedele l’arma che ferì l’agente Barbato»

di Redazione

Al militare sarebbe stata consegnata la pistola usata contro il sovrintendente Ps

Secondo quanto racconta il collaboratore di giustizia Gennaro Carra, il carabiniere infedele arrestato dai suoi colleghi ieri (nell’ambito di un’ indagine dei militari dell’arma e della Dda su un giro di usura e di spaccio di droga nell’area occidentale di Napoli) ebbe un ruolo nelle fasi successive del ferimento di cui fu vittima il sovrintendente della Polizia di Stato Nicola Barbato, colpito durante una sparatoria avvenuta nei pressi della stazione della Cumana di Fuorigrotta il 24 settembre del 2015. La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli Leda Rossetti.

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«In occasione degli spari commessi dal Rende Raffaele (condannato per questi fatti) contro i poliziotti a Fuorigrotta di fronte alla Cumana di Fuorigrotta – racconta Carra – posso dire che sono stato io a fornire la pistola, una calibro 9 corto….il Rende dopo il fatto portò la pistola al Volpe (Antonio, vittima di un agguato tra la folla nel marzo 2021) e quest’ultimo chiamò il Bucolo Giuseppe per farla sparire. Andai dal Volpe per reclamare la mia arma ma questi mi raccontò di averla affidata al Bucolo. Io mi stupii che un carabiniere potesse arrivare a tanto, visto che quell’arma aveva sparato contro un poliziotto».

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Non solo Bucolo

Gennaro Carra parla anche di altri carabinieri, oltre che del luogotenente Giuseppe Bucolo, e di incontri in un «basso» di Fuorigrotta a cui prendevano parte anche esponenti della Camorra del quartiere. Uno di questi militari – dice il ‘pentito’ – avrebbe anche ricevuto un regalo, un motorino, per il figlio. Il motorino, però, era intestato ad Alessandro Volpe (ieri arrestato) e le multe arrivavano a lui. «A Natale e Pasqua – spiega Gennaro Carra – riceveva da Volpe Antonio lavatrici e telefonici in cambio dell’immunità».

Il collaboratore di giustizia ha anche fatto sapere agli inquirenti di essere venuto a conoscenza del suo arresto proprio da Bucolo: «Seppi cioè circa 2 settimane prima che sarei stato arrestato», afferma Carra il quale riferisce anche di avere appreso dell’operazione che lo riguardava mentre era in compagnia, tra l’altro, di un esponente della locale Municipalità.

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