Nel 2003 la demolizione della Vela H
Le date, in questo caso più che mai, segnano la storia. Nel 2003 fu demolita la Vela H. Nel 2006 fu firmato il protocollo di intesa tra la Regione Campania, il Comune di Napoli e l’Università Federico II per realizzare la facoltà di Medicina e chirurgia. Nel 2008 fu aggiudicata la gara e segnò la partenza del cantiere.
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E poi si arriva ad oggi, quasi venti anni dopo, all’inaugurazione di un Polo universitario che per un quartiere come Scampia significa tante cose. Significa andare oltre l’immagine dello spaccio, il più grande d’Europa, dei morti per droga nelle Vele. Significa andare oltre la camorra, oltre Gomorra. E ritornare, anzi tornare ad essere un quartiere normale. Ed essere, come ha detto il ministro Messa ‘un segnale per il Paese’.
Nelle aule, stamattina, gli studenti già erano lì. E poi c’erano i residenti di Scampia, affacciati alle finestre. Qualcuno, i disoccupati, ha protestato e soprattutto ha rivendicato che grazie alle loro lotte qualcosa, in quelle strade, è cambiato. Poco prima delle 11, il taglio del nastro. In prima fila Antonio Bassolino, che quel protocollo lo firmò. «E’ una gran bella giornata, finalmente», dice.
Manfredi: «Vittoria di una città, di un quartiere su un pregiudizio»
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, mette le cose in chiaro: «Il valore di questa inaugurazione non è il successo di qualcuno, ma è la vittoria di una città, di un quartiere su un pregiudizio che Scampia fosse luogo di morte, di camorra». Il punto, oggi, è stato soprattutto questo. «Parliamoci con onestà, qui la camorra non è scomparsa – scandisce il governatore della Campania, Vincenzo De Luca – abbiamo un forte radicamento di delinquenza organizzata ma sappiamo che la realtà di Scampia è così complessa e ricca che merita di essere descritta in tutti i suoi aspetti. E’ un quartiere bellissimo».
E poi c’è il vescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, che sintetizza la trasformazione: «In un luogo dove molti giovani venivano cercare la morte inizia una storia nuova, in questo quartiere i giovani verranno a costruire il proprio futuro».
Schifone: «Tempi biblici che un paese moderno non può permettersi»
Presente all’inaugurazione anche Luciano Schifone, già assessore regionale al Turismo e commercio e dirigente nazionale di FdI. «Si tratta – dice Schifone – di un momento straordinario per la vita di un quartiere conosciuto solo per la violenza e la persistenza della delinquenza organizzata, ma che ha una stragrande maggioranza di cittadini per bene, che hanno diritto ad una valorizzazione del territorio. Questa struttura può essere un punto di partenza per il riscatto delle giovani generazioni».
«Tuttavia la gioia e l’entusiasmo per la inaugurazione del Polo Universitario a Scampia non possono nascondere le delusioni reiterate per l’incredibile attesa di 15 anni per la sua realizzazione. Sono tempi biblici che un paese moderno non può permettersi. Cosicché visti i gravi ritardi di Regione, Ministero e Comune, è risultato fuori luogo l’intervento trionfale di De Luca che ha contabilizzato il finanziamento, tra l’altro di provenienza Statale o Europeo, ma non il ritardo di ben sette anni di sua gestione. Con il nuovo governo lo slancio per far partire questo moderno Polo per formare le professionalità che servono alla Sanità della Campania».
Il centro stato realizzato dal Comune di Napoli, che ne è proprietario, con un progetto costato 51 milioni di euro finanziato con fondi comunali e con il fondo sviluppo e coesione attraverso un accordo quadro firmato con la Regione Campania. Sette i piani dell’edificio, quattro sono riservati alla didattica, uno ai laboratori e due all’area clinica che entrerà in funzione successivamente.
Madrina, dell’inaugurazione, stamattina, Miss Italia Zeudi Di Palma, nata a Scampia e che nel quartiere è a capo di una associazione, La lampada di Scampia, che porta avanti progetti per ragazzi: «Il quartiere cambierà totalmente, ne sono certa, Napoli centro verrà da noi». E poi ci sono quelli che hanno resistito, nonostante tutto. Nicola Nardella, presidente della Municipalità 8 del Comune di Napoli, pensa a loro: «Raramente vengono evidenziate le storie di quei cittadini che hanno resistito agli anni bui della faida, che hanno tenuto duro negli anni della cementificazione, che non hanno ceduto alle tenebre dell’abbandono. A loro, in questa giornata è dedicato un pensiero, poiché loro sono stati il campo fertile in cui è stato possibile edificare l’Università».