Irregolarità all’Asl di Benevento: Nunzia De Girolamo assolta anche in Appello

di Redazione

L’ex ministro: «Oggi finisce un incubo durato 9 anni»

Quella vicenda giudiziaria la portò – quando ancora non era indagata – a dimettersi dall’incarico di ministro e, poi, ad uscire definitivamente dalla scena politica. «Un incubo durato nove anni che adesso finisce», dice Nunzia De Girolamo, oggi conduttrice e opinionista televisiva, commentando la sentenza di assoluzione piena in appello, dopo quella di primo grado, per le presunte irregolarità di gestione nella Asl di Benevento.

Al centro della vicenda giudiziaria l’esistenza di quello che gli inquirenti all’epoca definirono «un direttorio politico-partitico» che avrebbe influenzato la gestione dell’Asl sannita e di cui Nunzia De Girolamo sarebbe stata a capo. Un intrigo con contorni da spy story per via delle registrazioni che uno degli imputati, l’ex direttore amministrativo dell’Asl, Felice Pisapia, realizzò di nascosto nel corso di due incontri tenuti nella casa del padre della De Girolamo, che all’epoca non aveva ancora assunto incarichi di governo.

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Vertici ai quali lo stesso ex ministro, allora coordinatore provinciale del Pdl, aveva preso parte attivamente. L’acquisizione di quelle registrazioni da parte della magistratura portò al coinvolgimento dell’ex ministro nell’inchiesta che aveva preso il via da una serie di fatture pagate per prestazioni sanitarie per l’accusa mai effettivamente erogate.

Nunzia De Girolamo: il fatto non sussiste

L’indagine, nata sul finire del 2013, esplose mediaticamente nei primi giorni del 2014 portando alle dimissioni della De Girolamo dal governo, dove era ministro delle Politiche agricole. Associazione per delinquere, concussione e utilità in cambio di voto elettorale: queste le accuse originariamente contestate, a vario titolo, alla De Girolamo e agli altri sette imputati, tutti assolti in primo grado, il 10 dicembre 2020, perché il fatto non sussiste.

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Contro l’assoluzione aveva fatto ricorso la procura, solo nei confronti di sei imputati, tra cui l’ex ministro, e per i soli reati di concussione, consumata e tentata. La procura generale ha chiesto condanne per tutti, ma la Corte ha confermato oggi l’assoluzione piena.

Le parole di Nunzia De Girolamo

«Oggi finisce un incubo durato 9 anni, sono felice che anche la corte d’appello abbia confermato la mia assoluzione piena», commenta De Girolamo, dal 2011 moglie del senatore Pd Francesco Boccia e che ora vuole proprio «ringraziare chi, in questi anni terribili, mi è stato sempre vicino con affetto, a iniziare dalla mia famiglia». «Resta senza dubbio l’amarezza per un linciaggio mediatico senza precedenti», aggiunge.

«Nessuno mi restituirà i nove anni di serenità, ma per fortuna esiste ancora una giustizia giusta ed oggi mi godo questo momento». Di sicuro l’inchiesta l’ha segnata profondamente. Sono stati «nove anni di patemi e sofferenze», dice il suo avvocato, Domenico Di Terlizzi, con «una carriera politica interrotta. Il tutto da innocente».

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