Professore ucciso a scuola, gravi indizi di colpevolezza ma nessuna confessione

di Redazione

Fermo emesso anche per evitare che stamattina si potesse recare al lavoro

Sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti del collaboratore scolastico sottoposto a fermo dalla Procura di Napoli Nord, con l’accusa di omicidio volontario, nell’ambito delle indagini sulla morte del professore di sostegno Marcello Toscano, trovato senza vita all’interno della scuola di Melito di Napoli dove insegnava, la sera dello scorso 27 settembre. Sulla vicenda non si esclude un movente di carattere economico.

L’uomo che è stato sottoposto alla misura cautelare ed è già in carcere, a Poggioreale, presta servizio nella scuola dove il professore insegnava. Il provvedimento – scattato dopo un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri, durante il quale non ha fatto ammissioni – è stato emesso anche per evitare che stamattina si potesse recare al lavoro.

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Secondo quanto si è appreso il motivo del grave gesto non sarebbe riconducibile a dissidi emersi tra i due nell’ambito lavorativo. Le indagini escludono anche questioni sentimentali oppure collegate al ruolo politico svolto dal docente. Gli inquirenti si stanno concentrando piuttosto su vicende che riguardano strettamente la vittima e il suo presunto assassino.

Il procuratore Troncone: «È veramente allarmante che un omicidio avvenga in un edificio scolastico»

«È veramente allarmante che un omicidio a causa della conflittualità tra il presunto autore del fatto e la vittima avvenga in un edificio scolastico». Lo ha detto il procuratore di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone che stamani ha preso parte, nella chiesa di San Domenico Maggiore, a Napoli, alla messa in occasione della ricorrenza di San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di Stato. «È allarmante che si debba assistere a questo degrado», ha aggiunto il procuratore di Napoli Nord secondo il quale «l’istituzione scolastica va rafforzata, sostenuta e aiutata».

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«Serve il ripristino della legalità in quei territori del Napoletano, sia come presidio delle forze dell’ordine, sia come rinascita sociale; le istituzioni scolastiche, vilipese da questo episodio, devono avere un ruolo centrale. Le famiglie sono state profondamente oltraggiate dalla circostanza che i loro figli si siano trovati in una situazione così penosa» ha sottolineato.

«Chiedo maggiore attenzione a questi territori, – ha detto ancora Maria Antonietta Troncone – e devo dire che anche gli uffici giudiziari di Napoli Nord operano in una situazione di estrema criticità, con un forte sottodimensionamento che rende difficile, malgrado gli enormi sforzi, dare una risposta adeguata alla complessità e alle criticità di questi territori».

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