Nel 2021 i romani hanno «perso» quasi quattro giorni e mezzo a bordo delle proprie auto
La periodica ricerca condotta da INRIX (inrix.com) a livello globale (più di 1000 città in 50 Paesi) rileva come la città di Roma abbia il primato nazionale in termini di congestione stradale (traffico causato dagli ingorghi e non solo) ed i romani abbiano «perso» nel 2021 quasi quattro giorni e mezzo (107 ore) a bordo delle proprie auto. Ma non è tutto!
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Nel panorama mondiale Roma si posiziona al settimo posto tra le città più congestionate, dopo che nel 2020 la capitale si era posizionata al 18mo posto in termini di «ore perse» per traffico veicolare. Per cui la condizione della mobilità nella città eterna è peggiorata significativamente registrando una velocità media in ambito urbano di poco superiore a 24 km/h.
La ricerca del 2021 non fa altro che confermare come ancora una volta Roma abbia perso una grande occasione per puntare ad una nuova organizzazione della mobilità e del TPL automobilistico e ferroviario. E pensare che la diffusione della tecnologia, a partire dalla blockchain e proseguire all’IoT ed all’Intelligenza Artificiale, sta spingendo la Governance di diversi Paesi verso lo sviluppo di potenziali applicazioni a supporto della mobilità sostenibile ed al monitoraggio/gestione delle infrastrutture stradali mentre a Roma si è di fronte ad una disorganizzazione spinta.
Roma decisamente merita di meglio
La più grande scommessa della città è connettere il centro di Roma nelle aree più periferiche, sviluppare infrastrutture «intelligenti» attraverso un alto livello di tecnologia high-tech, IoT e sistemi di trasporto veloci, incentivando l’utilizzo di applicazioni per integrare le diverse forme di trasporto.
Ciò significa garantire un sistema di mobilità che preveda infomobilità diffusa ed ICT su tutta la rete trasportistica della città, pubblica e privata. Pianificare e programmare sevizi di trasporto che seguano i concetti basilari della teoria dei sistemi di trasporto: sistema a rete, «ring» e coordinamento degli orari tra le diverse modalità di trasporto. Attestamenti, fermate e percorsi in ambito urbano differenziati dai servizi sub ed extraurbani.
L’obiettivo prioritario è facilitare gli spostamenti degli utenti di un trasporto pubblico efficiente (che ricordiamo essere stimati proprio da ATAC in un miliardo di passeggeri/anno), valorizzare il sistema dei parcheggi scambiatori al di fuori del centro urbano, agevolando l’utilizzo della modalità di trasporto collettivo per i percorsi prettamente urbani. Le nuove logiche di mobilità si devono basare su effettive considerazioni di razionalizzazione dei percorsi di penetrazione dei servizi extraurbani in ambito urbano (centro storico e mure aureliane).
Roma deve diventare la tela su cui poter realizzare un dipinto, un’immagine inedita del sistema dei trasporti, di cui vantarsi ed esserne fieri in tutti i tavoli istituzionali.
Gli interventi di mobilità ferroviaria
Occorre avviare la realizzazione degli interventi di mobilità ferroviaria in corrispondenza del «nodo» strategico di Roma, la chiusura dell’anello Nord, l’interscambio di modalità ferro/metro con la linea C nella stazione di Pigneto (nodo di scambio strategico e principale polo della mobilità capitolina secondo l’attuale progetto di Roma Capitale), il potenziamento e l’estensione dei servizi ferroviari regionali del Lazio sulle direttrici con origine Roma Tiburtina sono soltanto alcuni degli interventi che la città attende per un futuro trasportistico più sostenibile.
Trascorre quasi 4,5 giorni in un anno in coda a bordo della propria auto non è piacevole e soprattutto è antieconomico per tutta la collettività. È ferma convinzione che l’innesto di nuove politiche di mobilità attraverso l‘applicazione della «sharing economy», nuove formule di servizio nel settore del Trasporto Pubblico Locale attraverso la condivisione dei mezzi (privati e pubblici) a supporto del TPL per «pro – muovere» un target di domanda difficilmente trasportabile con i servizi tradizionali, possa favorire la mobilità sostenibile e tendere verso una corretta transizione ecologica.
In questo contesto il sistema taxi, componente fondamentale di un sistema di TPL che necessita di interventi strutturali, è la chiave di volta di un nuovo sistema trasporti a Roma, finalizzato al soddisfacimento dei servizi complementari dedicati ad una utenza debole e/o fragile.
La visione per il trasporto pubblico
Eppure il Piano della Mobilità, dei Trasporti e della Logistica della Regione Lazio ha una visione ben precisa per il trasporto pubblico, prevedendo un «sistema di trasporto totalmente intermodale per consentire all’utente, per qualunque spostamento sistematico od occasionale, di prescindere totalmente dall’uso della propria autovettura».
Tutto ciò ancora un mero tabù, a partire proprio dal sistema complesso di Roma il quale ad oggi non rileva significativi cambiamenti rispetto ai primi anni del 2000. Ad eccezione dell’aumento esponenziale delle piste ciclabili realizzate in sede promiscua con il traffico privato oppure su marciapiedi non proprio adibiti alle stesse.
I tempi sono ormai maturi, anzi possiamo dire che Roma ed il Lazio sono in netto ritardo rispetto ad altre regioni italiane oppure rispetto a Paesi europei evoluti, per avviare una profonda riforma dell’assetto della mobilità. Un sistema che deve necessariamente soddisfare le esigenze degli utenti tutti (sistematici, occasionali) e del gran numero di turisti che in modo strutturale frequentano Roma e il Lazio.
I presupposti ci sono, le finanze anche. L’attenzione deve essere posta ad un’attenta progettazione del nuovo sistema di mobilità, con un occhio alla transizione ecologica, alla sostenibilità ed al rispetto dell’ambiente. Questo è dovuto alla città di Roma ed a tutto il territorio regionale