Europa senza strategia sull’energia: l’Olanda nazionalista e l’Italia europea popolare

di Rino Nania

L’Ue non riesce ad ipotizzare risposte risolutive. E prezzi e inflazione crescono

Siamo all’impasse nella gestione della politica energetica e soprattutto senza possedere una strategia adeguata. Si assiste ad un’Europa degli affari che subisce la logica delle società finanziarie internazionali che intendono speculare sul prezzo del gas, del tutto indifferente ai bisogni degli umili.

Oggi i popoli subiscono un effetto inflazionistico non comune perché l’Europa, già in notevole ed accumulato ritardo, non riesce ad ipotizzare risposte risolutive, né a ragionare per procedere a condividere una piattaforma di scelte che garantiscano il minimo indispensabile per i cittadini europei sia in termini di contenimento del tetto dei prezzi da assumere e fissare ragionevolmente anche al fine di calmieriare i costi dei sistemi produttivi. Questo obiettivo è l’unico strumento destinato a garantire un limite ad un pericolosissimo livello inflazionistico.

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La Meloni, nell’incontro di Cernobbio, ha chiarito in maniera efficace che vanno difesi gli interessi dei cittadini europei, inclusi quelli italiani, senza che prevalgano gli interessi di un’Olanda che è sede della borsa del gas e luogo prescelto per le speculazioni e grandi strategie internazionali a tutto danno dei cittadini che dovranno subirne gli effetti lesivi e pregiudiziali per quanto concerne i livelli minimi dei costi di vita quotidiana.

Interventi all’insegna della solidarietà e della coesione sociale

La Meloni afferma, così, una visione che vede i cittadini, parte debole e già impoverita, soggetti da tutelare, per i quali bisogna apprestare i mezzi onde evitare tracolli della gestione delle spese domestiche e fallimenti diffusi nel mondo imprenditoriale. L’approccio è giusto e ragionevole e si traduce nella pretesa di programmare e realizzare una serie di interventi all’insegna della solidarietà e della coesione sociale, sí da stemperare i conflitti diffusi in ogni plesso della società e favorire una ripresa economica da coniugare ad una crescita culturale ed uno sviluppo sostenibile.

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Su questo versante è necessario un intervento da parte dell’Europa serio, concreto e percepibilmente equo, senza creare nuovi obblighi e nuove condizioni per le situazioni debitorie per gli stati nazionali, sí da costituire una effettiva comunità europea e non vittima delle logiche predatorie degli speculatori finanziari.

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